Nostro concittadino, titolare di un'avviata concessionaria di automobili, dove non disdegna di "sporcarsi le mani", anzi, sembra preferirlo. Sposato, con due figli, ha cominciato a correre solo nel 2000 alla non tenera età di trent'anni, ma la sua carriera è costellata di successi in tutte le categorie alle quali ha partecipato: rally, corse in pista, cronoscalate con vetture derivate e con prototipi.
Quest'anno è tornato alle gare dopo qualche anno di fermo dovuto alla crisi economica. Questo sport richiede rilevanti mezzi economici e dipende molto dalla munificenza degli sponsor.
Per quest'anno, ancora alla ricerca di sponsor, l'asd Perodi ha acquistato un auto sportiva, l'ha preparata con i propri valenti tecnici e l'ha affidata al suo pilota di punta che, come sempre ha fatto, ha da subito sbaragliato la concorrenza.
La nostra testata ha voluto conoscere meglio questo personaggio tanto educato, tranquillo e disponibile nelle sue vesti quotidiane, quanto aggressivo, concentrato e risoluto in gara. "Le prossime due gare", dice accogliendoci nel suo ufficio, "la Colle San Marco-San Giacomo del 23 giugno in provincia di Ascoli Piceno e la Fasano-Selva del 16 luglio, ci diranno cosa attenderci quest'anno". "Ho cominciato con i rally", prosegue, "ma il mio sogno era di correre la Fasano-Selva (l'ha poi fatta, vincendola anche, naturalmente, ndr). Andò subito bene e passammo a motorizzazioni più performanti. Poi abbiamo avuto la fortuna di incontrare uno sponsor che ha creduto molto in noi (la Master srl, ndr) e ci ha dato la possibilità di passare ai prototipi nelle gare in salita. I risultati ci permisero poi di gareggiare con una Dallara in Formula 3, vincendo il campionato italiano. Un incidente nell'ultima gara a campionato vinto mi ha fermato per un po'. Poi la crisi economica e siamo giunti ai giorni nostri". Ha sempre usato il plurale, come avrete notato. Ci tiene molto ad evidenziare il grande lavoro di squadra indispensabile per consentirgli di chiedere tutto al mezzo meccanico ed al proprio indiscutibile talento. Gli chiediamo di raccontarci l'ultima gara, vista dal posto guida. Sembrava non aspettare altro. Il suo sguardo si illumina: "Diversi giorni per preparare il mezzo, niente prove (per queste gare non sono previste le prove, ndr). Poi sette minuti di gara in tutto. Mi sento un'enorme responsabilità addosso sulla linea di partenza. Devo dare il massimo! L'adrenalina sale. Ma quando scatta il via?". Si immedesima così tanto che sembra di essere in macchina con lui.
E prosegue: "Il motore al massimo, ecco il via e tutte le emozioni scompaiono. Mi sento un tutt'uno con la macchina. Niente cordoli come riferimenti, solo muretti da sfiorare, niente prove, devo ritardare le staccate ma non troppo. Adesso posso raccontarlo, ma ho avuto un paio di situazioni complicate. Sono entrato in due destre cieche da fare di quarta piena intorno ai 160 orari", cosa? ma siamo sulle strade di montagna!, "poi un appoggio a sinistra, lo ricordavo dalla prima manche. Era da migliorare, bisognava pennellare la curva, pensavo di farla piena ed ho accelerato, invece dovevo decelerare. Sono uscito lungo e l'istinto mi ha suggerito di tagliare sull'erba per mantenere la strada e ripartire di slancio. E' andata bene".
Basta Aldo, fammi scendere. Pensavo fosse più semplice....
Ci congeda dicendo una cosa inaspettata, ma gradita: "Correre è una cosa, guidare è un'altra. La bravura di chi sa guidare non si vede nel correre e basta ma nella gestione intelligente della competizione. Non ha nessun senso fare spavalderie per strada, non serve a niente ed a nessuno. Se uno ha delle velleità le deve esprimere in pista, confrontandosi con gli altri. Questa è la vera competizione. La strada è un'altra cosa".
Come non condividere? Ragazzi, ascoltate il nostro campione.
- Pino Dalena
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