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La Madonna della Grotta

La Madonna della Grotta

Madonna della GrottaC'era una volta, alla Masseria della Saritella, una pastora assai giovane e pia. Si chiamava Maria ed era molto divota della Madonna. S’era costruito, con fili di raffia, un gran rosario di ghiande secche e lo portava sempre con sé, in un tascone, che s’era apposta cucito sotto il grembiale. E, mentre pascolava le bestie, diceva, ogni giorno, il Rosario. Per questo, e perché era umile e molto paziente, molti la deridevano. E specialmente un certo porcaro, che aveva offesa la mano destra e perciò lo chiamavano di soprannome “Mancino”.

Era costui venuto da fuori; e non aveva né fede, né Dio; e lo rendeva più brutto uno sfregio al di sotto del labbro, a malapena coperto da un’ispida barba. Maria, spesse volte, era costretta ad andare con costui in cerca di pascoli. Ma, anche allora, non trascurava la sua devozione abituale, incurante dell’uomo rabbioso, che l’insultava di più. Avvenne, un giorno, che il gregge si fermò a pascolare proprio sotto alla masseria e Maria era seduta all’ombra di un fico, che c’è ancora adesso, proprio di fianco alla chiesa. La quale, allora, non c’era, ma c’era - al suo posto - un crepaccio profondo, che tutti chiamavan la grotta. Era da pochi dì primavera; ed il sole di mezzogiorno era tiepido; e l’aria era tutta odorosa di fiori di campo e di mandorli. Non si moveva una foglia, né un filo d’erba; ma i rovi della “grotta”, d’un tratto, stormirono e lasciaron passare, come fra le corde d’un’arpa, una musica dolce e lontana.

Maria sussultò di stupore e si volse all’orlo del botro. E nel volgersi colpì con la mano un sasso che rotolò dentro il buio. E sentì, la fanciulla, come un morbido saltellare e, dopo un buon tratto, un tonfo pacato. Sicchè, a bella posta, prese un’altra pietruzza e la scagliò fra gli sterpi. E risentì il saltellare morbido e il tonfo pacato. Presa da ispirazione improvvisa, Maria s’infilò nella grotta. C’era come una scala sbozzata nel sasso, che scendeva, scendeva, scendeva... Prima fu tutto buio; poi, dal profondo, parve sorgere e ingigantire una luce. Né cessava la musica dolce.

La grotta si slargava, nel fondo, come un imbuto a rovescio. E, a poco a poco, fu tutto invaso da uno splendore più accecante del sole. In mezzo a tanto splendore, più forte di quello, vide Maria - mirabile a dirsi! - la Madonna. Cadde in ginocchio; e pregò, cavando dal grembiale il suo grande rosario; e sentì come se il cuore fosse già in Paradiso. Tornò in sè, quando intese che, sopra, si gridava a gran voce il suo nome. Risalì arrampicandosi. Era già quasi sera ed il gregge era da solo tornato all’ovile. Alla masseria s’era temuta una qualche disgrazia ed eran venuti a cercar la pastora. Ella apparve trasognata e felice, e disse l’apparizione celeste.

Nessuno credeva. Per tutta la notte, fu un lungo parlare del fatto. Al primo sole del giorno seguente andarono tutti presso la grotta. Il Mancino aveva detto: «Andrò io a provarvi che questa sciocca santina ha detto fantasiosa menzogna.» Scese giù e non v’era che tenebra. Ad un tratto anche lui vide una luce, ma piccola piccola piccola. Si accostò; ed era una lampada antica che bruciava da immemore tempo, dinanzi a un’immagine vaga, dipinta sulla roccia umidiccia. Il porcaro guardò sbigottito e, credendo a una irreale visione, s’affissò cogli occhietti aguzzati.

E, sicuro ed incredulo, irato, levò il braccio offeso e si diede a grattare la roccia. Notò che moveva le dita morte da tempo. Diede un urlo di gioia e tornò su a perdifiato. Gridava che la Vergine c’era, che anche lui l’aveva veduta, che si pentiva, che chiedeva perdono... E, mostrando la mano graziata, piangeva come fosse un bambino. Un prete ricco e devoto, saputo lo straordinario miracolo, cominciò a costruire, proprio sopra la grotta, una chiesa che è quella attuale della "Madonna della Grotta".

L’immagine della Madonna è ancora là, sulla parete della grotta, incorniciata su un semplice altare; e chi guardi bene, nell’angolo destro, può ancora vedere i graffi della mano del porcaro Mancino, che morì poi in fama di santo, come avvenne della pia pastorella Maria.

(Fonte: Pietro Piepoli in Laudato Sie - Voce del Santuario Maria Santissima della Vetrana n. 21 - 2001)

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