A Castellana Grotte, nella sera di domani, undici gennaio, una sola fanova, emblema di devozione centenaria, sarà accesa, ma senza pubblica manifestazione e nel
pieno rispetto della normativa di contenimento del Covid.
L’accensione dei falò, segno di imperitura gratitudine del popolo castellanese per la Madonna della Vetrana è una tradizione che attraversa i secoli e che la pandemia,
nonostante la recrudescenza dei contagi, non fermerà. Come da tradizione, dunque, nella notte arderà la fiamma, sia pure di un solo falò, simbolo del forte legame che lega la città di Castellana alla sua Patrona: una fanova verrà accesa con il fuoco benedetto, affinché salvifico e purificatore, rischiari questo momento buio che stiamo attraversando.
La manifestazione, organizzata dal Comitato Feste Patronali di Castellana-Grotte presieduto da Francesco Rizzi, se la decretazione d’urgenza del Governo Draghi ha imposto l’annullamento degli eventi collaterali, vuol farsi attestazione di fede e speranza nella Vergine della Vetrana, Santa Liberatrice che nel 1691 accordò al popolo di Castellana la Sua amorevole benevolenza salvando il borgo dalla peste, rinsalderà anche in questo 2022 un legame plurisecolare.
Alle ore 18:30 di domani, 11 gennaio, difatti, presso il Santuario Madonna della Vetrana di Castellana-Grotte, avrà luogo la Santa Messa, seguita, come da tradizione, dalla benedizione della fiaccola e dall'accensione della fanova.
Nel giorno della Festa patronale, mercoledì 12 gennaio, al termine della Santa Messa delle ore 18:30, presieduta da m. rev. fra Alessandro Mastromatteo, vi sarà il trasferimento della Sacra Effige dal Santuario alla chiesa di San Leone Magno tramite idoneo mezzo.
Sarà possibile seguire in diretta sia le celebrazione eucaristiche dell'11 e 12 gennaio, che il rito dell’accensione della fanova dell'11 gennaio su Antenna Sud al canale 90 del digitale terrestre e dal profilo Facebook del Comitato Feste Patronali di Castellana-Grotte.
Un modo per essere virtualmente tutti connessi, per consolidare la memoria popolare, la tradizione e naturalmente la devozione mariana.
“Da ormai due anni i castellanesi sono costretti a rinunciare alla festa popolare con centinaia di fanove che ardono in tutta Castellana e che ci identificano come una delle più note città del fuoco di Puglia" – sottolinea il sindaco Francesco De Ruvo – "eppure la fede va oltre gli impedimenti e con un solo falò, da realizzare in suolo
privato, simbolicamente rinnoveremo il rito, affidando alla Madonna le nostre preghiere per liberarci da una nuova e terribile pandemia, come nel 1691 avvenne con la peste”.