Alla Scuola primaria ''Giacomo Tauro'' di Castellana-Grotte si fa ''kamishibai''. Ecco cos'è.
L'idea, sviluppata dalle docenti della II E Isa Mastronardi e Angelita Marzulli, prende le mosse dall'omonima tecnica giapponese e vede i piccoli alunni realizzare minispettacoli teatrali, prezioso veicolo all'espressione emotiva, in questa fase delicata di didattica a distanza. Perché ogni situazione nasconde insospettabili risvolti positivi. Il motto dell'iniziativa, infatti, da un'opera pubblicata nel 2012 in Giappone è「置かれた場所で咲きなさい」- Dove sei stato posato, fiorisci.
Il mezzo è semplice, ma non meno efficace, un teatrino di legno, delle tavole che raffigurano i momenti della storia. Tra teatro, lettura e poesia, si impara e ci si diverte.
"Quando eravamo a scuola", raccontano le insegnanti, "le giornate iniziavano sempre con il nostro quarto d’ora creativo. Ci si raccontava, si sbadigliava, si colorava, s’inventava, si progettava, si rideva. Si raccontavano storie, alcune, attraverso il kamishibai di legno costruito per noi da un falegname del posto. Improvvisamente, si è fermato tutto. La musica, le voci, i balletti si sono interrotti. Forse, come spesso accade nelle fiabe, a causa di un sortilegio. Siamo stati catapultati in una realtà nuova, diversa. Eravamo disorientati. Dopo i primi momenti di smarrimento, abbiamo fatto una magia tutti insieme. Siamo tornati a "fiorire" anche a distanza. Abbiamo imparato a sorridere, attraverso uno schermo, una videoconferenza, un compito, un disegno. Siamo tornati a raccontare e raccontarci con fantasia e amore. Non abbiamo utilizzato il nostro kamishibai, rimasto a scuola ad aspettarci. Ogni alunno, aiutato dai genitori, ne ha realizzato uno, riciclando con fantasia il materiale a disposizione. Siamo ancora insieme, a farci compagnia, raccontando e raccontandoci".
Dalla raccolta di storie degli alunni della II E, ecco la prima e... che lo spettacolo abbia inizio.
Il teatrino di Luca presenta "Nel paese delle mani"