Il dibattito sulla consultazione referendaria costituzionale arriva anche a scuola, ecco la cronaca delle attività di approfondimento svolte in classe, nell'ora di italiano, da Angela Cino, docente del "Consoli-Pinto".
Chi affermi che i/le giovani siano distanti e disinteressati in questioni di politica, si sbaglia di grosso. Alcuni degli/delle studenti/esse che frequentano la nostra scuola (soprattutto delle ultime classi) hanno già compiuto il diciottesimo anno di età e saranno chiamati/e alle urne per la prima volta, proprio in occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre. Un battesimo da cittadini/e che sono ormai da considerarsi uomini e donne e che li mette difronte ad una questione di voto complessa. Non possiamo, infatti, paragonare questo voto a quello delle elezioni, quando siamo chiamati/e a scegliere tra vari partiti, con le loro idee e i diversi candidati. La Costituzione è la “carta d’identità” del nostro Paese e questo voto avrà effetti che saranno significativi anche in futuro, soprattutto sulla vita delle giovani generazioni. Tutti/e siamo stati inondati da una profluvie di messaggi pubblicitari, articoli di giornale, convegni, manifestazioni; per non parlare, poi, del discorso mediatico sui social, trasformatisi in un’arena dove ogni persona o personaggio twitta o posta la propria opinione. Più volte è capitato che i/le miei/mie studenti/esse mi chiedessero cosa votare e cosa io abbia deciso di votare. Ho pensato di rispondere alle loro domande con un’azione di educazione alla cittadinanza, assumendo un atteggiamento il più possibile neutrale e professionale; cercando di essere attenta ed equilibrata nella scelta dei documenti, ricercando e riportando alcuni articoli di giornale neutri: alcune ragioni del sì e altre del no. Facendo vedere video che avessero la stessa durata a supporto delle ragioni del Sì e del No. Ho posto loro delle domande e chiesto di fare delle ricerche autonome o in gruppo: Che cos’è una Costituzione? Come si fa a modificarla? Si può fare? Chi la modifica? Perché il referendum? Perché il popolo deve votare sulla riforma costituzionale? Cercando di conciliare la storia e l’attualità, mettendo a confronto le ragioni storiche della Prima Costituente e l’attuale. Ho stimolato la loro curiosità e avviato laboratori di lettura e di sintesi che sono diventati delle esercitazioni per la scrittura della tipologia del saggio breve. Più di ogni cosa, ho cercato di “generare processi”: processi di pensiero, di studio, confronto e ascolto soprattutto di chi ha sensibilità e opinione diverse dalla nostra, con l’obiettivo di essere in grado di maturare un’idea personale con spirito critico; il tutto partendo dall’analisi di stralci della riforma e non da opinioni e pareri preconfezionati o copiati e condivisi nei social. Su di un cartellone gli/le studenti/esse hanno scritto che la Costituzione è la “carta d’identità” del nostro Paese. La maggioranza del Parlamento ha proposto di modificarla in diversi punti: sta a ciascuno di noi conoscere queste modifiche, valutare se le riteniamo nel complesso positive o negative e formare così il nostro pensiero libero da condizionamenti di sorta. Devo ammettere, con mia grande meraviglia, che sono stati/e attentissimi/e e molto coinvolti/e. Certo, il discorso è talmente variegato che è stato impossibile riportare tutta la tematica nella sua complessità; ma spero di averli/e guidati/e in modo da avere delle informazioni personali, utili a farsi un'idea autonoma e chi deciderà di andare a votare, saprà - perlomeno - cosa c’è in ballo.
“Conoscere i ragazzi dei poveri e amare la politica è tutt’uno. Non si può amare creature segnate da leggi ingiuste e non volere leggi migliori ….. Siamo sovrani. Non è più tempo delle elemosine, ma delle scelte”.
Don Milani (frase tratta da Lettera a una professoressa, 1967)