Rientrari i valori delle località balneari sulle quali, lo scorso mese di luglio, si era abbattuto il divieto di balneazione e di prelievo di acqua di mare per la presenza della microalga potenzialmente tossica Ostreopsis ovata, sono stati pubblicati i valori riscontrati dall’A.R.P.A. Puglia per la prima quindicina di agosto.
A seguito delle attività di monitoraggio estive effettuate a cadenza quindicinale da parte dell'Agenzia regionale in venti località lungo la costa pugliese, infatti, sono stati registrati valori eccedenti i limiti indicati dalle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità nel 2014 presso il Castello di Santo Stefano a Monopoli.
Sono stati avvalorati, infatti, al fondo 355.809, densità espressa in cellule/litro; valori modesti, invece, in colonna: 4.165.
Particolarmente colpita, invece, la zona di Bari e la costa a nord di Bari, sino a Molfetta.
Ma com'è arrivata lungo le nostre coste quest'alga tipica dei mari tropicali? Si pensa che sia stata introdotta accidentalmente nel Mediterraneo nelle acque di zavorra delle navi. Le prime segnalazioni lungo le coste pugliesi risalgono al 2000. Diversi i fattori ambientali che incoraggiano la proliferazione dell'alga tossica: le alte temperature, l'alta pressione atmosferica, l'irraggiamento favorevole, il mare calmo per un periodo di tempo superiore a 10-15 giorni.
A nuocere à la presenza nella microalga della tossina Palitossina simile, ritenuta responsabile della morte di organismi marini quali stelle di mare, ricci, granchi, molluschi cefalopodi. Nei bagnanti, in caso di alte concentrazioni, si sono riscontrati casi di malessere transitorio come riniti, faringiti, laringiti, bronchiti, febbre, dermatiti, congiuntiviti. Le mareggiate, in particolare, favorendo la formazione di aerosol marino, possono contribuire nel diffondere la tossina nell’aria.