Riceviamo e pubblichiamo da Federalberghi Puglia riguardo i recenti provvedimenti del Governo centrale in merito alla legge regionale istitutiva del Registro regionale delle strutture ricettive non alberghiere.
Il Governo gialloverde, sebbene impaludato in drammatiche e pericolose questioni politiche nazionali e internazionali, trova il tempo per impugnare la legge pugliese che istituisce il Registro regionale delle strutture ricettive non alberghiere con l’attribuzione del “Codice identificativo di struttura” (CIS). Si tratta di un provvedimento importante per la dura battaglia contro l’abusivismo ricettivo. Questa atipica maggioranza al governo del Paese continua a smentire sistematicamente proclami e promesse dei suoi esponenti politici di punta, soprattutto quando si tratta di provvedimenti contro l’abusivismo in tutte le sue forme e l’evasione fiscale. Ricordiamo che il ministro del Turismo Centinaio ha presidiato tutti gli appuntamenti turistici degli ultimi mesi del 2018 con un mantra che così declamava: Il turismo deve diventare un asset portante per l'economia del Paese. Tra le priorità vogliamo fare una lotta importante all'abusivismo. L’obiettivo del ministero è di creare un codice identificativo internazionale in modo che tutti quelli che hanno intenzione di fare accoglienza ne abbiano uno e non ci sia più abusivismo. Promesse da marinaio, dunque, e campo libero per i furbetti dell’appartamentino.
«Restiamo esterrefatti di fronte a questo incredibile atto del Consiglio dei Ministri» ha commentato Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Puglia «Avevamo apprezzato gli interventi del ministro Centinaio contro l’abusivismo. Avevamo, altresì, apprezzato le sue idee e i provvedimenti promessi. Tutto si è rivelato solo chiacchiere e distintivo. Oggi scopriamo che il Governo ha impugnato la legge della Regione Puglia che istituisce il Codice Identificativo di Struttura (CIS), un provvedimento che aveva recepito le istanze della Federalberghi e che sarebbe stato un efficace strumento per porre un argine al proliferare della piaga dell’abusivismo e garantire un sistema d’accoglienza rispettoso delle regole.»
«I signori del Governo» ha proseguito Caizzi «hanno deciso, invece, di impugnare questa legge davanti alla Corte Costituzionale perché la competenza statale esclusiva in materia di ordinamento civile risulta violata e il rapporto di locazione - che è un rapporto tra privati – viene dunque indebitamente assimilato , attraverso l'obbligo di indicazione di detto codice CIS, ad una vera e propria attività economica di tipo turistico ricettivo (struttura ricettiva non alberghiera) con tutte le conseguenze che da ciò derivano, risultando pertanto, lesivo del principio di uguaglianza e della competenza statale in materia di ordinamento civile. Spazio libero, dunque, per i furbetti dell’appartamentino e per gli evasori fiscali».
«La piaga dell'abusivismo nel settore ricettivo» ha ricordato Caizzi «ha continuato a dilagare anche nel 2018. La situazione nazionale, al pari di quella regionale, ci ha reso la fotografia di un sistema che ha superato i livelli di guardia. Ad agosto, per esempio, in Puglia erano disponibili su Airbnb ben 35.694 alloggi (+94,91% rispetto ad agosto 2016), a livello nazionale erano 397mila. Numeri impressionanti. Da questi dati, infatti, si deduce che oltre 200mila host italiani hanno esercitando la propria attività in nero. Questi signori si sono arricchiti indebitamente alle spalle degli operatori onesti (concorrenza sleale), dei lavoratori (lavoro nero), dello Stato (evasione fiscale), della comunità locale (pressione sul mercato dell'edilizia abitativa, spopolamento dei centri storici, evasione dell'imposta di soggiorno e degli altri tributi locali) e, spesso, hanno messo a rischio la sicurezza dei turisti (mancato rispetto delle norme di igiene e sicurezza). Di fronte a questa drammatica situazione, possiamo garantire al ministro Centinaio che la Federalberghi Puglia non arretrerà di un solo metro nella battaglia intransigente per la legalità contro l’abusivismo, all'insegna del principio stesso mercato, stesse regole».