Presso la Sala delle Cerimonie del Palazzo Comunale di Castellana-Grotte, lo scorso sabato 6 aprile ha avuto luogo il convegno sul tema "Il ruolo del genitore: una sfida nella società liquida odierna".
L'evento, organizzato dall’associazione di promozione sociale Jimarà presieduta da Marta Di Masi ha visto protagonisti d’eccezione portare la loro testimonianza sul tema dell’educazione dei figli, vero banco di prova in questo delicato momento storico.
Dopo i saluti dell’assessore comunale Maurizio Tommaso Pace, il pedagogista e dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo ''Angiulli - De Bellis'' Gerardo Magro ha affrontato i temi della comunicazione e del rapporto scuola-famiglia; dal suo punto di vista, il genitore oggi è poco presente, tendente al permissivismo, irretito dal materialismo, consumista e ripiegato su se stesso. L’emergenza educativa è una sfida che può essere risolta già per metà migliorando la comunicazione tra genitori e figli. Ha consigliato: “I vostri figli non parlano con voi? Non insistete, imparate ad ascoltare anche i silenzi. Create con loro momenti di condivisione che vadano oltre la routine e non prevedano l’uso dei social. Vedrai quante cose ti racconta tuo figlio o tua figlia nel momento in cui andate fuori a fare shopping insieme!”
A seguire, la pedagogista e mediatrice familiare Giovanna Busto dei mutamenti del ruolo del genitore nel tempo: dal padre-padrone siamo passati al padre-narciso, incentrato su se stesso, che pur di non soffrire evita al figlio di soffrire e così non riesce a renderlo autonomo; la donna, invece, spesso rifiuta la maternità per paura di non essere più donna e delega ad altri l’educazione dei figli. Come si può quindi accompagnare le famiglie e i genitori nel loro ruolo? Innanzitutto, mettersi in discussione. Bisogna riscoprirsi prima come figli e poi come genitori. Terzo relatore è stato lo psicologo, ipnologo e giudice onorario presso il Tribunale per minorenni di Bari Nicola Perta. "Oggi i genitori non riescono più a essere un contenitore per i propri figli", ha spiegato, "a essere punti di riferimento, perché ora ci sono i sistemi informatici, tecnologie di cui questa generazione di genitori sa poco o nulla e su cui non può educare i figli. A rischio anche la capacità mnemonica, di gran lunga diminuita con la nuova tecnologia". La presidente dell’associazione Jimarà, Marta Di Masi, counselor transpersonale, naturopata e floriterapeuta, ha portato al Convegno la sua esperienza di anni di relazione d’aiuto, presentando il suo sogno: fondare un’Università per Genitori. “Di scuole ce ne sono tante, di corsi infiniti, ma forse manca qualcosa di fondamentale: insegnare ad essere genitori, perché genitori consapevoli non si nasce ma si diventa. Ed è duro, durissimo. Soprattutto se stiamo parlando di genitori con percezioni di rifiuto o abbandono che non si sono ancora riconosciuti come identità, un’identità che sa amare e che si ami. Perché se non siamo noi per primi consapevoli, come può esserlo un figlio o una figlia?”, ha affermato la counselor. Uno dei metodi da lei suggeriti per comunicare in modo migliore è il dialogo ecologico integrale: dove non ci sono giudizi né pregiudizi e non si creano sensi di colpa. È intervenuta anche la filosofa, scrittrice ed educatrice Anna Magistà esortando a smettere di parlare in modo negativo dei ragazzi di oggi, perché i ragazzi di oggi sono straordinari. “Passiamo tanto tempo a lamentarci, ma non possiamo impiegare un po’ di quel tempo a risolvere quei problemi? Imparare a guardarci di più negli occhi, a stare insieme davvero?”, ha suggerito la scrittrice. In conclusione, Daniela Ragusa, mamma di tre bambini e farmacista, ha portato la sua esperienza di genitore. “Carichiamo la scuola di tanta responsabilità, dimenticando che il primo ruolo di educatore è quello del genitore. Oggi invece è prima il docente, molto spesso, a rendersi conto del cambiamento dell’alunno piuttosto che il genitore. Una delle cose che ho fatto per condividere con i miei figli e mio marito uno spazio ecologico durante la giornata è eliminare cellulari e tv quando pranziamo. In quel momento si parla, si sta insieme”.