Nella mattinata di domenica scorsa 26 maggio, c’è stato un incontro particolare. L’associazione teatrale Filodrammatica "Ciccio Clori" ha pensato di convocare, presso la sua sede, le varie realtà castellanesi che hanno sempre usufruito del teatro So.Cra.Te. per le proprie manifestazioni e/o spettacoli.
Oltre a Valentina Fantasia, Lisa Nitti e Maria Serena Ivone per la “Filodrammatica Ciccio Clori”, erano presenti Nico Manghisi, storico regista della stessa, Vito Rubino per l’associazione Musicale Culturale “Nino Rota”, Gregorio Saracino per il Gruppo Teatrale “Amici Nostri”, Annalucia Marinuzzi, Mario Lasorella, Ivano Marrazza per l’Associazione Teatrale “Teatro Due”, Fabio Verdolino, Nico Befanini ed Elvira Spartano per l’Associazione Teatrale “Grocà”, quest’ultima in rappresentanza anche dell’ ”I.C. Angiulli-De Bellis”, Teresa Taccone per l’I.T.T. "dell’Erba", Domenico A. Loliva per la “FPDS-FIDAS”, Daniela Carbone per la scuola di danza “Passione Danza”. Il confronto sembrava doveroso dopo i due anni e mezzo trascorsi dalla chiusura del teatro, contenitore culturale e teatrale, contenitore dei ricordi di molti, bambini, adolescenti, adulti, la cui memoria è ancora viva e vibrante.
Nel corso dell’incontro ci si è confrontati soprattutto sulle esperienze attuali che ci si ritrova a vivere come associazioni, scuole di danza, istituzioni scolastiche: la ricerca di spazi alternativi per eventi, spettacoli e manifestazioni, l’essere costretti, spesso, a cercare soluzioni fuori paese, essendo - infine - tutti concordi su quanto spiacevole sia non avere un teatro a disposizione. I vari rappresentanti delle realtà invitate all’incontro hanno espresso la loro sulla mancanza, attualmente, di una struttura dove potersi esibire, tra disillusioni e speranze, tra sogni “in grande” e possibilità “in piccolo”, tra malinconia e tenacia. Lungi dall’essere un incontro con intenti risolutivi, la mattinata di domenica è stata una piacevole occasione per parlare vis à vis tra diverse realtà, un’occasione da ripetere, rincontrandosi con le diverse associazioni e scuole, magari invitando anche i cittadini che vogliono dire la loro in merito alla questione, poiché una struttura dove poter fare teatro non serve soltanto a chi il teatro lo fa, ma anche a chi lo guarda e lo gusta: sarebbe bello ritrovare la gioia di partecipare, anche da spettatori, a stagioni teatrali, concerti ecc.
Domenica mattina, insomma, un gruppo di persone si è incontrato per constatare quanto la mancanza del teatro So.Cra.Te non lasci indifferenti e quanto, anzi, scorra come un fiume lento ma costante, nei cuori di tutti coloro che hanno calcato quel palcoscenico, per un intervento, per uno spettacolo, per una canzone, per un balletto, con il cuore in gola, con i battiti accelerati, con la fronte imperlata di sudore dall’emozione, sistemando l’ultimo dettaglio, prima che il sipario si apra e cominci la magia.