L'8 marzo si festeggia la donna: lo sanno bene i rivenditori di baci di cioccolato, i pizzaioli, gli alberi di mimosa che, oggetto di razzie, a differenza delle prime due categorie traggono dall’evento conseguenze decisamente deleterie. Le donne, allegre e festanti, si riuniscono in branchi, tutti al femminile; ad incontrarle fanno paura: sono unite, sono agguerrite... per un giorno. Resta da chiedersi se, festeggiata forzata, la donna non si senta, al pari del panda e della berta maggiore, una specie protetta ch’è da commemorarsi separatamente dal resto dell’umanità. Mano sulla coscienza: a qualcuno sembra che ci sia qualcosa da festeggiare?
Secondo le ultime rilevazioni ISTAT, la percentuale di occupazione femminile è tornata ai livelli del 2006, seguendo un trend costantemente negativo. Nel 2006, l'ISTAT ha rilevato che le donne tra i 16 e i 70 anni che dichiarano di esser state vittime di violenza, fisica o sessuale, almeno una volta nella vita sono 6.743.000, cioè il 31,9% della popolazione femminile. E solo il 6% delle donne italiane denuncia la violenza subita. Il femminicidio, come viene chiamato con un brutto neologismo l'uccisione di donne, registra in Italia numeri da brivido: 107 donne uccise nel 2007, 127 nel 2010, e i dati parziali del 2011 non fanno sperare in un decremento.
Tanti auguri.
- Daniela Lovece
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