L'osservatorio astronomico "Sirio" delle Grotte di Castellana ha catturato il passaggio dell'asteroide 2014 J025. Ne parla il responsabile Nicola Rizzi.
Il 19 aprile 2017 l’asteroide 2014 JO25, con un diametro di 1,3 km e di forma molto irregolare, è transitato alla distanza minima dalla Terra di circa 1,8 milioni di km, pari a 4.6 volte la distanza Terra – Luna.
Per avere un'idea, è come se, su un tavolo da biliardo con al centro un birillo, passasse il pallino ad una distanza di circa 2 cm. Non vi sono stati rischi di alcun genere in occasione di questo passaggio ravvicinato, tuttavia 2014 JO25 è inserito nella lista dei PHAs (Potentially Hazardous Asteroids), cioè "Asteroidi Potenzialmente Rischiosi", perché incrociano l’orbita terrestre. L’importanza di acquisire immagini sul moto degli asteroidi e delle comete, sta nel fatto che, come nel caso di 2014 JO25, le loro orbite subiscono variazioni dovute alle interazioni gravitazionali causate dal sistema Terra - Luna e dai pianeti giganti come Giove e Saturno che modificano i parametri orbitali forniti dal Minor Planet Center della NASA. L’asteroide è stato ripreso con il telescopio principale dell’osservatorio astronomico Sirio, quando la distanza era di 15 milioni di Km dalla Terra, ormai ben lontano dal nostro pianeta e visibile solo con telescopi professionali. Si nota come l’asteroide, sulla sinistra del campo inquadrato, si sia spostato rispetto alle stelle sullo sfondo abbastanza velocemente: in un'ora e 45 minuti si è spostato di circa 5’ d’arco cioè un quinto del diametro lunare.
Le sue coordinate sono quindi cambiate rapidamente: per questo motivo quando si vuole riprendere il passaggio di un asteroide o di una cometa, invisibili ad occhio nudo, è necessario utilizzare le effemeridi, che contengono le coordinate celesti dell’oggetto da studiare, al variare del tempo. Nel caso delle immagini acquisite dall’osservatorio castellanese, il lavoro di ripresa è stato svolto dal momento che si è chiesto ai vari centri astronomici di inviare foto per poter calcolare con maggiore precisione i parametri orbitali che permettono di stabilire le orbite di questi oggetti. Ciò è necessario per prevedere a che distanza minima dal nostro pianeta si avvicinano questi veri e propri proiettili che vagano nel nostro sistema solare.