Grazie alla generosità di Rocco Murro, un colto collezionista che ha ne ha curato il restauro con coperta pergamenacea e piatti cartonati da parte di una ditta specializzata di Roma, un prezioso manoscritto del Settecento riguardante la nostra città è "tornato a vivere".
Risarcito delle lacune, il volume è stato donato all’Archivio Diocesano di Conversano, un patrimonio totalmente manoscritto il cui fondo più antico proviene dal monastero di San Benedetto di Conversano ed è databile a partire dal X secolo.
Il titolo del tomo castellanese è " Libro di casa / fatto da me / sacerdote d. Giovanni / dell’Erba / nel primo di gennajo / di questo anno / 1764. / Anno di calamità e di miserie e / a dovizia pieno."
Il suo autore, Giovanni dell’Erba di Castellana, fu ammesso agli ordini minori il 17 luglio 1748 con nomina speciale di titolare del beneficio di Santa Maria del Caroseno e ricevette ordinazione sacerdotale il 3 ottobre 1755. Morì l’8 agosto 1787.
Il volume, che reca un iniziale indice alfabetico redatto per nome e poi cognome, è dedicato alla contabilità della famiglia dell'Erba e copre un arco temporale che intercorre tra il 1764 e il 1837.
Vi è l'elenco degli introiti annui, dei lavori fondiari ed edilizi con i relativi costi, dei contratti enfiteutici, eventi familiari, ricette mediche e, infine, episodi di cronaca cittadina, tra cui particolarmente tragici gli impetuosi allagamenti del 28 agosto 1741: un diluvio d’acqua in Castellana ed arrivò l’acqua un palmo dentro la chiesa de’ Paolini - l'attuale chiesa di San Francesco di Paola, detta San Giuseppe - Due persone s’affogarono. La sera poi del 1 d’ottobre 1784 ad un’ora di notte ci fu l’altro diluvio con magior rapidità, l’acqua arrivò all’ultimo gradino della scala esteriore della chiesa de’ Paolini, e ci morirono oltre delle bestie undeci persone.
Non possiamo che sottolineare l'incredibile lungimiranza del donatore, il quale ben ha compreso come le tracce materiali del passato siano patrimonio della collettività, da non serbarsi gelosamente in un cassetto, alla mercè di eredi spesso incuranti, ma da tramandarsi a beneficio di tutti.