Giovedì 29 agosto 2013 alle ore 21:30 sul palco del piazzale Anelli, presso le Grotte di Castellana, si esibiranno la prestigiosa Orchestra Sinfonica del Conservatorio “T. Schipa” e il coro ARCoPu, in una delle composizioni più note ed emblematiche del Novecento, i Carmina Burana di Carl Orff.
Alcune tra le più celebri pagine del compositore tedesco, caratterizzate da un vitalismo elementare e irrefrenabile, da forti sottolineature degli strumenti a percussione e da un’incisività ritmica incalzante, saranno interpretate dall’imponente formazione orchestrale e dal grande coro, formato da coristi provenienti dall’intero territorio regionale, dirette dal Maestro Giovanni Pellegrini, docente al Tito Schipa di Lecce.
Sotto il patrocinio della Provincia di Bari e del Comune di Castellana Grotte, la serata musicale è aperta al pubblico gratuitamente con posti a sedere limitati.
Per approfondire: i Carmina Burana
I Carmina Burana sono testi poetici rinvenuti in un manoscritto del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis o Codex Buranus, proveniente dal convento di Benediktbeuern (l'antica Bura Sancti Benedicti fondata attorno al 740 da San Bonifacio nei pressi di Bad Tölz in Baviera) e attualmente custodito nella Biblioteca Nazionale di Monaco di Baviera.
La rivisitazione di Orff
Nel 1937, il compositore tedesco Carl Orff musicò alcuni brani dei Carmina Burana, realizzando un'opera omonima. Orff scelse di comporre una musica nuova, sebbene nel manoscritto originale fosse contenuta una traccia musicale per alcuni dei brani.
La prima rappresentazione fu l'8 giugno 1937 a Francoforte sul Meno. La prima rappresentazione italiana invece si tenne al Teatro alla Scala in Milano il 10 ottobre 1942.
Per le sue caratteristiche può essere definita anche "cantata scenica" ed ha il sottotitolo "Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae, comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis". L'opera non presenta una trama precisa e richiede tre solisti (un soprano, un tenore e un baritono), due cori (uno dei quali di voci bianche), mimi, ballerini e una grande orchestra (Orff ne ha composto anche una seconda versione dove l'orchestra è sostituita da due pianoforti e percussioni).
L'opera è strutturata in un prologo e tre parti. Nel prologo c'è l'invocazione alla Dea Fortuna sotto cui sfilano diversi personaggi emblematici dei vari destini individuali. Nella prima parte si celebra la "Veris laeta facies" ovvero il lieto aspetto della primavera. Nella seconda, "In taberna" ovvero "All'osteria", si hanno prevalentemente canti goliardici; la terza parte - "Cour d'amours" cioè "Le corti dell'amore" - contiene brani che inneggiano all'amore e che si concludono con il coro di grazie alla fanciulla ("Ave, formosissima"). Nel finale si ha la ripresa del coro iniziale alla Fortuna.
Quest'opera fa parte del trittico teatrale di Orff "Trionfi" che, composto in periodi diversi, comprende anche i "Catulli carmina" e il "trionfo di Afrodite".
Si tratta di alcune tra le più celebri pagine del compositore tedesco, caratterizzate da un vitalismo elementare e irrefrenabile, da forti sottolineature degli strumenti a percussione e da un'incisività ritmica incalzante e travolgente. Colorito affresco del mondo medievale, l'opera si avvale di mezzi espressivi caratteristici del '900.