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Andrea Angiulli

Andrea Angiulli

(Castellana-Grotte, 12 febbraio 1837 – Roma, 2 gennaio 1890)

Andrea AngiulliFu dapprima interprete del pensiero hegeliano in Italia, quale allievo di Bertrando Spaventa; poi, s'allontanò dalla scuola hegeliana napoletana e, dopo un soggiorno di studi in Germania, aderì al positivismo di cui però rifiutava sia la "religione dell'Umanità" di Auguste Comte che l'agnosticismo di Herbert Spencer.

Iniziò la sua carriera d'insegnante nella scuola per l'infanzia dove insegnò anche etica e psicologia.

Fu divulgatore del metodo froebeliano in Italia. In seguito divenne professore di pedagogia all'Università di Bologna (1872-1876) e infine in quella di Napoli sino al termine della sua vita.

Andrea Angiulli era ritenuto un progressista vicino al socialismo che egli invece contestava come dimostra la sua corrispondenza epistolare con Marx che aveva avuto modo di conoscere in Germania.

Angiulli, schieratosi coi patrioti liberali negli anni del Risorgimento, fu costretto ad esiliare in Inghilterra dove conobbe la sua futura sposa: Mary della nobile famiglia dei Romano di Patù, sorella di Liborio Romano.

Dopo il compimento dell'unità nazionale italiana Angiulli fu più volte assessore alla pubblica istruzione nel Comune di Napoli e candidato senza successo al parlamento nazionale. Andrea Angiulli

Angiulli ritieneva che ci si dovesse adoperare per una riforma dell'istruzione in senso popolare e nazionale inserendo questo progetto nell'ambito di un rinnovamento dell'intera società che solo tramite l'educazione sarebbe riuscita a mantenere nel tempo le proprie caratteristiche.

Occorreva dunque una fusione fra cultura, sistemi educativi e la politica sociale realizzando così il programma del pensiero positivista che, secondo Angiulli, ha un valore soprattutto pedagogico, di una pedagogia scientifica, secondo i dettami positivisti, ma anche letteraria e liberale.

La pedagogia quindi non potrà non tener conto dell'antropologia che dimostra l'importanza della famiglia come nucleo fondante della società e della sociologia che stabilisce il collegamento tra educazione e una politica laica e liberale.

È nella famiglia, secondo Angiulli, che avviene la prima forma di pedagogia dove il padre rappresenta l'autorità e la madre il temperamento, tramite l'affetto, dei comportamenti infantili: elementi questi essenziali destinati alla formazione armonica di un cittadino in grado di esprimere solidarietà sociale e volontà di progredire resistendo a quelle pressioni clericali che caratterizzavano i primi anni della nascita dello stato unitario italiano.

La biblioteca di Andrea Angiulli

Libro di Andrea AngiulliQuella di Angiulli può essere considerata un esempio della biblioteca di un positivista del secondo Ottocento italiano, di formazione non scientifica, anzi filosofo professionale, che si orientò da un’originaria vicinanza al positivismo comtiano, verso una sintesi di carattere evoluzionistico con caratteri propri, parzialmente eccentrica rispetto a quelli della scuola spenceriana allora predominante.

Alla morte di Angiulli la sua biblioteca rimase agli eredi, insieme alle carte e ai manoscritti. In seguito andò dispersa, dal poco che è dato sapere, presso vari enti e biblioteche pugliesi. Un nucleo consistente di essa, forse il più ricco, donato alla Biblioteca comunale “Giacomo Tauro” di Castellana-Grotte, contribuì a costituirne la dotazione originaria.

Il fondo non è collocato unitariamente, ma è distribuito nelle varie sezioni della biblioteca.

Non esiste un catalogo topografico del lascito, ma solo un inventario, che comprende tuttavia – senza distinzioni interne o sigle identificative – il fondo librario Angiulli e quello di Giacomo Tauro (1873-1951), altro pedagogista locale di formazione evoluzionistico-positivista, docente presso le Università di Cagliari, Bologna e Roma.

L'unico elemento utile alla identificazione dei volumi di Angiulli è la data di edizione, tenendo conto come terminus ante quem dell’anno della sua morte (1890).

(Testo tratto da http://it.wikipedia.org)

Bibliografia

Angiulli A., Gli hegeliani e i positivisti in Italia e altri scritti inediti, a cura di A. Savorelli, Firenze 1992, pp. 63-71.

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