Si è concluso il primo tempo della rassegna cinematografica Storie di altro genere ideata, organizzata e promossa dall’Assessorato ai Servizi Sociali ed alle Politiche Giovanili del Comune di Castellana-Grotte.
Raccontare la vita attraverso il cinema. Vedere, per poi fermarsi a riflettere. Per parlare di violenza di genere, in tutte le sue forme. Quella psicologica, subdola, deprecabile e pericolosa tanto quanto quella fisica, più diretta e facilmente riconoscibile, triste fenomeno costantemente in crescita. Ma anche la violenza tramite l’erosione dei diritti sul posto di lavoro faticosamente guadagnati attraverso lunghe lotte sindacali. La violenza del pregiudizio nei confronti delle immigrate, di chi è costretta a rinunciare ai sogni di ragazza per essere madre e moglie.
La rassegna è stata un crescendo in termini di partecipazione del pubblico che ha risposto con entusiasmo e vivo interesse, seguendo attivamente anche le brevi introduzioni alla visione del film. Uno zoccolo duro di spettatori, non esiguo, ha assistito a tutte e quattro le proiezioni, segno che si avverte la voglia di dialogo e confronto su temi di valenza sociale al di là del clima vacanziero che il mese di luglio suggerisce”, commenta l’assessore ai Servizi Sociali Maurizio Tommaso Pace. “Il tema è importante ed abbiamo cercato di affrontare la visione dei film anche grazie al supporto di professionisti che si occupano nel quotidiano di offrire supporto alle vittime. Il mio ringraziamento va al Settore II del Comune per il gran lavoro svolto, al Centro AntiViolenza Andromeda ed a quanti sono intervenuti alle proiezioni. Abbiamo scommesso sullo spazio sociale di San Nicola di Genna e credo che abbiamo fatto bene. Proseguiremo in questa direzione e non solo per il secondo tempo di questa rassegna che riparte il 9 agosto prossimo ed a cui vi invito a partecipare, perché anche il cinema può svolgere un’importante funzione di divulgazione sociale, conclude l’assessore Pace.
Molto del lavoro lo hanno fatto le quattro pellicole scelte per questa rassegna, capaci di declinare la violenza e la miseria umana da cui essa origina, mostrandoci un grande cinema d’autore tutto italiano. Ad aprire i battenti Sole Cuore e Amore. La pellicola di Daniele Vicari, con un’intensa Isabella Ragonese, ci ha raccontato di come i sogni di ragazza devono cedere il passo alle contingenze del quotidiano. Essere madri, mogli e lavoratrici è un puzzle difficile da comporre che ci restituisce un ‘immagine di noi stesse lontana da quello che avremmo voluto o abbiamo desiderato essere. Una pellicola che nonostante il titolo festaiolo del tormentone dell’estate di qualche anno fa, rivela la fatica e la sofferenza delle mille venature dell’universo femminile. Per il secondo appuntamento è stata la volta di 7 minuti di Michele Placido. Un film corale, 11 storie di donne ciascuna con il suo carico di difficoltà e problemi che deve prendere una decisione importante che potrebbe portate non solo all’erosione dei propri diritti nella fabbrica in cui lavorano, ma costituire un pericoloso precedente per altre lavoratrici in altre fabbriche. La tutela dei diritti sul posto di lavoro è un tema scottante per tante donne che devon spesso rinunciare alla maternità per conservare il posto o peggio “sopportare” certe attenzioni non richieste ed assolutamente non volute dal “padrone/titolare”. Una pellicola che ci mostra come la lotta del singolo diviene lotta a vantaggio di un’intera comunità.
Terzo film in rassegna "Un giorno perfetto", pellicola del 2008 per la regia di Ferzan Özpetek. Una storia veramente nera, da associare alla parola cronaca. La pellicola consegna allo spettatore un affresco sociale, vite apparentemente normali, ma ineluttabilmente destinate ad un finale implacabile.
Un film che racconta tutte le contraddizioni delle dinamiche all’interno di una famiglia, a partire dalla locandina che mostra un felice quadretto famigliare che però non trova posto nella storia di disincanto e morte.
A concludere il primo tempo della rassegna Il vizio della speranza di Edoardo de Angelis. Un pugno allo stomaco che tratteggia un mondo in cui la speranza sembra non avere diritti e possibilità e ci mostra le aberrazioni di cui è capace l’animo umano, per soldi, per degrado morale, per miseria, per paura e dolore. Una narrazione ipnotica, ricca di toni, timbri e colori. La voce di un regista che ha il coraggio di raccontare una storia al limite, dando lucentezza ad un'emarginata che, in compagnia di un cane e con il cappuccio della felpa calato sulla testa come fosse un velo, compie un pellegrinaggio verso un luogo lontano in cui coltivare per l’appunto il vizio la speranza. Sullo sfondo Napoli, con tutto il suo carico di umanità e disumanità. Un film, sulla prostituzione, la tratta delle donne, la vendita di neonati che offre allo spettatore mille spunti di riflessione.
Storie di altro genere, attraverso lo schermo, ha dato voce a tante donne, anche se ci piacerebbe per il prossimo futuro poter raccontare storie di donne felici, libere di autodeterminarsi, di fare per se stesse le scelte che ritengono più opportune. E invece, la cronaca ci consegna storie di discriminazione, di soprusi, di violenza, di omicidi, anzi di femminicidi perché in queste storie sono solo le donne a morire.
Una rassegna cinematografica per contribuire a costruire una cultura fondata sulla parità di genere, sulle pari opportunità e sul rispetto di principi inalienabili come la libertà, il rispetto, l'indipendenza, perché per arrestare la violenza di genere, in qualunque forma e misura, occorre una vera e propria rivoluzione culturale che ci veda tutti attivamente partecipi.
A partire dal 9 di agosto, Storie di altro genere ritorna ogni lunedì e giovedì, per tre settimane, con altri 6 appuntamenti, sempre nello spazio sociale di Genna, per continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema così attuale.
Il secondo tempo della rassegna si arricchisce di altre arti performative. Si parte lunedì 9 agosto con Quello che le donne non dicono recital fra musica e parole con Giusy Frallonardo e la giovanissima Sofia Elefante, mentre giovedì 12 sarà la Compagnia Grocà guidata da Elvira Spartano a portare in scena la pièce Nozze scarlatte, adattamento dell’opera “Nozze di Sangue”, di Federico Garcia Lorca. Gli altri 4 appuntamenti della rassegna si riaffidano al cinema con altre pellicole di grande impatto.