È a Masseria Belvedere, nell'opulenta campagna di Mottola che risuona ''Il canto degli ulivi''.
Si tratta del penultimo appuntamento della rassegna che unisce l'amenità dei luoghi agresti della nostra bella Puglia alle splendide voci del Festival della Valle d'Itria. Per la quarantasettesima edizione della manifestazione martinese, una perla rara nel panorama culturale che ripropone repertori e prassi esecutive non consuete, a esibirsi la mezzosoprano siciliana Marianna Pizzolato.
Al suo primo ''Festival della Valle d'Itria'', cartellone di eventi proposto per la prima volta nel 1975 da appassionati musicofili come Alessandro Caroli, primo presidente del Festival, Franco Punzi, sindaco di Martina Franca e Paolo Grassi, sovrintendente del Teatro alla Scala, Marianna Pizzolato è interprete di riferimento per il repertorio rossiniano, ma spendida esecutrice di arie barocche. Nei suoi vent'anni di carriera musicale, ha incantato i melomani dei teatri di tutt'Europa e degli Stati Uniti.
Per il pubblico di Masseria Belvedere, accompagnata al pianoforte dalla conterranea Daniela Pellegrino, ha proposto capolavori rossiniani del 1813 quali “O Patria… Di tanti palpiti” dal Tancredi, “Per lui che adoro” e “Cruda sorte” da L’Italiana in Algeri. E, poi, ''Caro mio ben'' di Tommaso Giordani, ''La légende de Marguerite'' e ''Canzonetta spagnuola'' di Rossini, ''Console ta petite Mère'' di Giuseppe Gariboldi, ''Vaga luna, che inargenti'' e la maliziosa ''La farfalletta'' di Vincenzo Bellini, ''Sebben crudele'' del compositore tardobarocco Antonio Caldara.
Graditissimo finale, ''A la lipariota'' del compositore ed etnomusicologo siciliano Alberto Favara chiosa le esibizioni in programma, ma non la serata, conclusa con altri due generosi ritorni in scena della Pizzolato.
Forte di collaborazioni quali quelle con Alberto Zedda, Riccardo Muti, Roberto Abbado, Daniele Gatti, Gianluigi Gelmetti, Donato Renzetti, Nello Santi, Paolo Carignani, Bruno Campanella, Michele Mariotti, Carlo Rizzi, Rani Calderon, Maurizio Benini, Antonio Pappano, Dario Fo, Robert Wilson e Luca Ronconi, la quarantaquattrenne Marianna Pizzolato aveva fatto parlare di sé per il coraggio di alcune rivelazioni, nello scorso mese di agosto, rilasciate a mezzo stampa. Argomenti, quanto mai attuali, quelli della mancata parità di genere e del bodyshaming. Con una carriera costellati di successi, possibili si debba venire giudicate per il proprio aspetto fisico?
Ma la mezzosoprano siciliana di carattere ne ha da vendere e si mostra pienamente a suo agio nelle arie ricche di pathos, come nei passi più brillanti quando, ad esempio, l'italiana Isabella esulta per il sacco del tiranno algerino Mustafà ''Turco caro, già ci sei, un colpetto e dei cascar!''.
''Di coraggio è tempo adesso, or chi sono si vedrà'', canta; e chi sia, quanto valga e di che tempra sia fatta, s'è ben capito.
A fine spettacolo, nell'agognato fresco serotino di una giornata caldissima, degustazione sopraffina offerta dal Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria.