Riceviamo dalla Fraternità Beato “Giovanni Duns Scoto” dell’Ordine Francescano Secolare di Castellana-Grotte comunicazione relativa all'evento del prossimo sabato 2 ottobre al Santuario Madonna della Vetrana.
Sulla scia della centosettesima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che ricorre l’ultima domenica di settembre, sabato 2 ottobre alle ore 20:00, nell’agorà Papa Giovanni Paolo II adiacente al Santuario Madonna della Vetrana di Castellana-Grotte, si svolgerà un incontro per riflettere, smuovere le coscienze e dimostrare la nostra preoccupazione per le diverse categorie di persone vulnerabili costrette a fuggire e a lasciare la propria terra perché forzatamente sfollate da conflitti, catastrofi naturali, persecuzione o povertà estrema, per coloro che con difficoltà cercano di mettersi in salvo o sono rimasti bloccati, e per coloro che sono vittime della tratta.
Lo faremo attraverso delle testimonianze provenienti dall’ isola di Lesbo (Grecia) dove c’è il campo profughi più grande d’Europa.
Lo scopo di questo incontro è fare da cassa di risonanza per queste flebili voci disperate quasi prive di speranza, accogliendo la provocazione di Papa Francesco e sentirci tutti responsabili di quello che accade, per non cadere nell’indifferenza e muoverci verso “un NOI sempre più grande”. Per questo vogliamo condividere i racconti che arrivano da queste terre di nessuno.
Quando nostra sorella Mina, della casa Comunità papa Giovanni XXIII di Castellana-Grotte, in missione a Lesbo, ha cominciato a mandarci il racconto di quello che ha potuto vedere, è stato come se avesse azionato al massimo dei giri la centrifuga del nostro stomaco.
La prima cosa che abbiamo fatto è stata pregare per questa povera gente, e poi, subito dopo, abbiamo pensato che fosse giusto arrivare, con altrettanta intensità, ai cuori di altre persone. Perché ora che abbiamo ascoltato, abbiamo il “dovere di raccontare”, perché anche una sola persona in più sappia, una persona in più si unisca alle nostre preghiere, una persona in più possa anche solo mentalmente accogliere chi spera in una vita migliore, una persona in più possa pensare che condividere non voglia dire sottrarre, una persona in più comprenda che, “a casa loro”, nessun governo li aiuta e che i paesi che noi paghiamo per farlo approfittano malamente di questa povera gente, una persona in più si chieda dove sia la nostra civiltà, la nostra umanità.