Un viaggio tra musica e arte figurativa nei secoli XIX e XX, alla scoperta del protagonista più importante della storia umana: il popolo.
È il tema dell’evento “Musica è libertà”, organizzato dall’associazione “Auditorium” di Pierluigi Camicia, che si svolgerà a Castellana Grotte giovedì 14 luglio alle 21, nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta “del Purgatorio”. Condotto dal giornalista Sebastiano Coletta e con gli interventi musicali dei pianisti brindisini Stefania e
Giampaolo Argentieri, il recital, patrocinato dal Comune di Castellana Grotte e dal Gruppo FAI dei Trulli e delle Grotte, verte sul rapporto tra linguaggio musicale e pittura, mettendo in luce il caleidoscopio delle emozioni dell’uomo. Con i suoi sogni, le sue speranze, i suoi disagi, il suo profondo dolore, il popolo spesso non compare nei libri di scuola, eppure entra nell’arte, che ne idealizza i sentimenti, rendendoli eterni.
Da Brahms a Ravel, passando per Liszt, Dvořák e Čajkovskij: tutti hanno scritto musica traendo ispirazione dalle danze e dalle melodie popolari. Donne e uomini che non avevano nulla e danzavano sulle note della propria libertà. Un mondo fatto di tante ingiustizie e soprusi, ma anche di uno spirito genuino che le rivolte e le rivoluzioni dell’800, prima ancora, la “smania di progresso”, per dirla con Verga, avrebbero inevitabilmente cancellato per sempre. È grazie alle “Danze Ungheresi” di Brahms, per esempio, se ritroviamo quelle melodie zigane che tanto colpirono e influenzarono il giovane Johannes. Al suo modello si rifece Dvořák per una serie di composizioni scritte tra il 1878 e il 1886 e riunite sotto il nome di “Danze Slave”. E l’arte? Si potrebbe parlare, tra gli altri, di Goya, Delacroix, Pellizza da Volpedo e il castellanese Nicolò Sergio De Bellis.
Costante, in questi artisti, è l’attenzione rivolta al popolo, che lotta strenuamente per vedere riconosciuto il diritto all’uguaglianza e alla libertà. Questi presupposti apriranno alla nascita delle prime organizzazioni sindacali e agli scontri per la difesa dei valori più importanti che devono regolare la società. Valori che ancora oggi vediamo spesso calpestati da chi crede che l’unica risposta venga dalle armi e non dal dialogo e dalla collaborazione. La musica ci insegna su tutto la capacità di ascoltare, di creare un legame indissolubile tra le culture del mondo. Un respiro di pace e di speranza nel clima di profonda incertezza che stiamo vivendo. La lezione-concerto sarà anche l’occasione per ammirare la straordinaria bellezza della settecentesca chiesa del Purgatorio, dove arte e storia s’incontrano in un’armonia perfetta capace di elevare lo spirito umano.