La musica protagonista del terzo e ultimo incontro del festival “EmozionARSi”, lunedì 25, alle 20, nel Santuario Madonna della Vetrana di Castellana-Grotte.
Patrocinata dal Comune, dalla Grotte di Castellana srl e dal quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno”, la manifestazione ha certamente il merito di aver portato una ventata di bellezza in un luogo inedito e molto caro ai castellanesi. Al pianoforte, lunedì sera, la brindisina Stefania Argentieri, docente al Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, che sarà introdotta dalle note critiche del giornalista Sebastiano Coletta.
Le mani agili, sensibili ed energiche della giovane e affermata concertista, allieva dell’indimenticata Paola Bruni e di Pierluigi Camicia, sfioreranno le corde dell’anima nel concerto “Allegro molto con fuoco”, che prende il titolo dall’ultimo dei 12 Étude op. 25, composti da Fryderyk Chopin tra il 1832 e il 1836.
Dedicati alla contessa Marie d’Agoult, compagna di Franz Liszt, che fu grande amico di Chopin, negli étude sono presenti tutte le sfumature dello spirito che animava il compositore polacco, il romanticismo che ha nel pianoforte la sua voce più sincera.
La seconda parte del concerto sarà, invece, dedicata a Pëtr Il’ič Čajkovskij, del quale sarà eseguito il primo movimento della “Grande Sonate” in sol maggiore per pianoforte op. 37. Nella mente di Čajkovskij sono ancora vivi lo sciagurato matrimonio – durato poche settimane - con Antonina Ivanovna Miljukova, i pettegolezzi sulla sua omosessualità, il tentato suicidio e la separazione.
La Sonata, rapsodica e d’immediata effusione, non può non ricordare per alcuni aspetti la Prima Sonata in Fa diesis minore op. 11 di Robert Schumann. Nel Moderato e risoluto, il primo tema, introdotto dagli accordi in ritmo puntato che costruiscono un’architettura imponente, è seguito da un secondo tema cantabile, riflessivo, che una ripresa conduce alla coda conclusiva.
Un musicista, Čajkovskij, che si sentì sempre “russo fin nel midollo”, sebbene vicino ai modelli occidentali che avevano grande popolarità nei teatri di San Pietroburgo. “Con il concerto di Stefania Argentieri si conclude una serie di eventi che, in queste settimane, ci ha permesso di guardare alla cultura come strumento indispensabile di crescita umana”, sostiene Sebastiano Coletta, direttore artistico del Festival.
“Abbiamo riletto Oriana Fallaci, ammirato l’arte di Artemisia Gentileschi e Frida Kahlo e lunedì sfioreremo l’ ‘infinito’ con Chopin e Čajkovskij. È la forza straordinaria di ciò che è bello, che non può non creare armonia intorno a sé e, al contempo, infondere fiducia e speranza”.