Il Festival della Valle d'Itria compie cinquant'anni e festeggia il lusinghero traguardo con un'edizione dal ricchissimo cartellone. Opera d'esordio del 2024 è stata la ''Norma'' di Vincenzo Bellini. Una scelta, quella del direttore artistico Sebastian F. Schwarz, che celebra la tenacia pioneristica dei fondatori, appassionati musicofili capeggiati da Alessandro Caroli, primo presidente del Festival, con il supporto di Franco Punzi e di Paolo Grassi, all’epoca sovrintendente del Teatro alla Scala.
Un contenitore di idee, sperimentazioni e innovazioni che, dal 1975, fa grande il nome di Martina Franca nel mondo, il menu del Festival della Valle d'Itria è noto: scelte artistiche inusitate, riscoperta di opere dimenticate e un certo anticonformismo reso possibile, forse, dal trovarsi in provincia, lontanto dai grandi palchi e dalle stagioni titolate.
Proprio un'edizione della ''Norma'' è rimasta nella storia della manifestazione per alcune scelte forti. Terza edizione, 1977, consulente artistico Rodolfo Celletti, il musicologo e docente cui è dedicata l'omonima Accademia del Belcanto di Martina Franca, regista Francesca Siciliani, direttore artistico Alessandro Caroli: il rapporto vocale tra Norma, la sacerdotessa e Adalgisa, la giovane ancella viene riportato a quello concepito per la prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre del 1831. Veniva, così, restituito il dialogico confronto originario tra la donna risoluta e la vergine fatale.
Da allora, il Festival della Valle d'Itria presieduto da Michele Punzi ne ha fatta di strada, divenendo un punto di riferimento nel panorama lirico mondiale: oltre cento opere rappresentate e l'indiscusso merito di aver seminato cultura musicale per cinque decenni, nutrendo migliaia di appassionati, instillando l'amore per la lirica, creando un pubblico attento e fedele: questi i lusinghieri traguardi del Festival che ha visto, per questo cinquantesimo anno di vita, l'emissione della medaglia del Presidente della Repubblica.
Organizzata dalla Fondazione Paolo Grassi, la manifestazione ha aperto i battenti lo scorso 17 luglio e, tra concerti, opere, spettaccoli, seminari, mostre e proiezioni, chiuderà il prossimo 6 agosto.
E ''Norma'' l'opera simbolo della risonanza internazionale del Festival, è tornata a risuonare nel cortile di Palazzo Ducale nell’edizione a cura di Roger Parker per Ricordi.
Diretti da Fabio Luisi, a esibirsi, l'Orchestra e il Coro del Teatro Petruzzelli di Bari, presenze frequenti nell'estate di Martina Franca, a loro agio nelle dinamiche scelte registiche site-specific di Nicola Raab.
Scene e costumi di Leila Fteita, l'opera vede il debutto nei ruoli principali di due soprani note, la statunitense Jacquelyn Wagner in Norma e la rumena Valentina Farcas in Adalgisa, entrambe raffinate interpreti di ruoli non facili.
Pollione, spergiuro che saprà ritrovare nerbo solo in punto di morte, è il tenore spagnolo Airam Hernandez, Clotilde il mezzosoprano giapponese Saori Sugiyama, Flavio è il tenore neozelandese Zachary McCulloch, Oroveso il basso croato Goran Jurić. Il maestro del coro è Marco Medved.
E il resto è pathos, foreste fosche che risuonano di antichi riti, passioni sempiterne, amore e morte che si tengono per mano. Una ''Medea redenta'' l'ha chiamata la critica Roberta Pedrotti, che si sottrae al tragico assassinio della prole e che sceglie di immolarsi per consentire l'altrui felicità. La scelta tra vendetta e perdono, tra passione e doveri, tra sacro diritto alla propria felicità e senso di responsabilità. Questi i temi che avvicinano i patemi della sacerdotessa druidica alle donne d'ogni tempo... Nihil sub sole novum.
Il tempio dedicato all'Irminsul, l'axis mundi sassone, è testimone della preghiera lunare di Norma, una casta diva anch'essa deificata dal dolore, "possente donna, divina", come la definiva Bellini, dalla cui grandezza sarà, infine, sedotto Pollione, proconsole romano nelle Gallie. Nella certezza d'essere tradita dal padre dei suoi figli, già lacerata dalla relazione clandestina con il nemico del suo popolo, Norma è pronta a salire sul rogo. Non la vendetta contro lo spergiuro, ma il sacrificio estremo per il bene altrui le darà pace. E, al cospetto di tanta deità, a Pollione non resta che seguirla e mendicare il riflesso del suo splendore.
Un pubblico attento quello di Palazzo Ducale, cui va a sommarsi il novero degli ascoltatori della diretta proposta da Rai Radio3.
E, per chi l'avesse persa, ''Norma'' replicherà il 28 luglio e il 2 agosto, sempre a Palazzo Ducale, sempre a Martina Franca.
(Foto Clarissa Lapolla)