Nelle belle immagini di Domenico Ladogana, momenti della straordinaria manifestazione di riconoscenza del popolo castellanese nei confronti della Patrona.
La Santa Liberatrice dalla peste, com'è noto, apparve in sogno a due prelati per indicare il taumaturgico rimedio all'epidemia di peste che imperversava nel Barese nel 1690-1691. Grazie all'unzione con l'olio della lampada, il popolo dei discendenti dei coloni otrantini Nicola e Costa scampò alla tragica sorte e, da allora, ogni anno dedica alla Madonna della Vetrana, venerata nell'omonimo Santuario, due solenni momenti. Il primo, quello gennaiolo, il secondo, quello di fine aprile. I festeggiamenti d'inverno principiano con il suggestivo rito della Diana, la questua notturna tra i frantoi castellanesi alla ricerca dell'olio per la lampada che arde ai piedi della sacra effige. Si consegnano le corone della festa e, per quest'anno giubilare, la rosa d'oro. Intanto, nelle settimane che precedono la festa, centinaia di volontari raccolgono la legna e innalzano le gigantesche pire che arderanno la notte delle Fanove, dal centro storico all'agro, in segno di giubilo.