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Festival della Valle d'Itria - "Crispino e la Comare" per ridere e pensare

Sera della prima a Martina Franca. Nella perla del barocco pugliese apre i battenti la XXXIX edizione del Festival della Valle d'Itria con la spumeggiante Crispino e la Comare.

Bel mondo a Palazzo Ducale, belle signore, gli assessori regionali Barbanente e Godelli in prima fila. Ma su tutte è una signora con la S maiuscola che attrae l'attenzione. Franca Valeri, al secolo Franca Norsa, classe 1920.

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Momenti di smarrimento all'entrata in sala da parte del pubblico: una scenografia fatta di cartelloni pubblicitari... finti!

Sollievo generale: il dio denaro non ha corrotto il Festival!

Quattro atti su libretto di Francesco Maria Piave, Crispino e la Comare è un melodramma fantastico-giocoso in quattro atti. Autori i fratelli napoletani Luigi e Federico Ricci, per un'opera buffa che dalla seconda metà dell'Ottocento ai primi del Novecento fu reputata classico intramontabile del genere. Eppure, questo lavoro ricavato da un canovaccio francese che piaceva tanto persino a Giuseppe Verdi, scomparve dalla programmazione dei teatri europei.

Crispino - l'eccezionale Domenico Colaianni, è un ciabattino, povero in canna ma non in spirito. Sua moglie Annetta, Stefania Bonfadelli, vende canzoni e suggestioni ai turisti di una Venezia da cartolina.

A perseguitare la misera coppia, il padrone di casa Asdrubale - Carmine Monaco, un avido marpione che ad inizio serata si esibisce in un improbabile siciliano - scelta di poco gusto, a dire il vero, per rafforzare l'habitus da boss del quartiere.

Punta ad impalmare la sua pupilla Lisetta - Lucia Conte, per appropriarsene della dote. A soffrire le pene d'amore è il Contino del Fiore, Fabrizio Paesano. Vessato da tutti, deriso per il suo stato, per Crispino arriva la revanche sotto le spoglie di Comare Morte, Romina Boscolo. Stanca delle malefatte dei dottori, coi quali spesso si ritrova ai piedi del letto dei moribondi, la Comare si vendicherà della categoria con un crudele sortilegio. Crispino diverrà dottore, e dottore capace di predire le sorti degli ammalati, grazie a Comare Morte.

Interessante la trasformazione del poveraccio nel grand'uomo, quasi uno dei tanti quiz televisivi, quasi una visione riflessa di uno show tutto luci e lustrini. L'uscita di Comare Morte ricorda l'apparizione di Sofia Loren/Isabella Biagini nel film del 1983 FFSS di Arbore in un rimpasto della cultura televisiva degli orribili e meravigliosi anni Ottanta.

Scene e costumi - rispettivamente di Ruth Sutcliffe e Manuel Pedretti - estremamente originali.

Frizzante la regia di Alessandro Talevi, trentasettenne regista sudafricano al suo esordio in Italia. A dirigere l'Orchestra Internazionale d'Italia il direttore Jader Bignamini, al suo esordio operistico. Ottima performance quella del Coro del Teatro Petruzzelli di Bari, diretto dal maestro Franco Sebastiani: rapidi cambi di scena, abiti e situazioni ne hanno rivelato il grande potenziale attoriale.
Ancora una volta il Festival della Valle d'Itria non tradisce, per le inedite scelte e gli allestimenti insoliti.

FRATELLI RICCI

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21 Aprile 2024