Dall'associazione di volontariato ''Noi per'' e dalla locale ACLI il racconto della significativa esperienza di condivisione che il sodalizio ha proposto, come ogni anno, per allietare le feste dei castellanesi meno fortunati.
A Natale ci si dovrebbe fermare dai ritmi massacranti che la società ci impone; a Natale si dovrebbe recuperare il senso profondo dei rapporti umani, familiari o sociali . “Noi Per” è un’associazione di volontariato che non ha parenti con cui festeggiare, ma compagni di strada, gente con cui tutto l’anno si cammina insieme, si combatte una battaglia per migliorare il proprio regime alimentare, per curare meglio la propria salute o lo studio dei propri figli e magari cambiare un po' più spesso i vestiti logori, con altri seminuovi.
Questo cammino crea rapporti umani di fratellanza, tanto che da novembre gli amici assistiti cominciavano a chiederci:” quando festeggeremo insieme il Natale quest’anno?”. Ed ai nostri dubbi sulla riuscita della iniziativa (che diventa sempre più difficile con l’aumentare delle persone assistite) tanti ci rispondevano: “speriamo che ce la facciate, per noi è l’unica festa di Natale, non vogliamo passarlo da soli”. Ed allora quasi come Maria e Giuseppe, anche noi siamo partiti alla ricerca di un rifugio, di gente generosa che potesse accoglierci ed aiutarci. E l’ abbiamo trovata nella pizzeria “La Fenice” in via Latorre dei nuovi amici Dario Baldassarre ed Elisabeth Campanella che ci hanno messo a disposizione il loro locale per gustare insieme le squisitezze della “pastafresca” di Donato Sabatelli (addirittura con cannelloni di ricotta e spinaci per gli amici musulmani) e i secondi di pollo e patate del “Gusto Perfetto” di Piero Campanella e la frutta (“che bontà...”) di Giorgio Selicato e Fausta Mastrorosa, il pane di Paolo Narducci ed i panettoni finali ricevuti nella Colletta Alimentare di novembre. Alla fine grande gioia per i bimbi per i numerosi doni di Riccardo Fanizzi e della sua famiglia. Il tutto con accessori forniti dal sempre generoso Michele Moliterno, trasportati sui mezzi messi a disposizione dalla concessionaria Wolskvagen dei F.lli Pacello.
Il pranzo è stata un’occasione per conoscerci meglio, per raccontarci, per commuoverci; un bambino chiedeva, ad esempio, “Papà cosa sono i cannelloni?", per far gli auguri ad una famiglia in attesa del sesto figlio (che non ci stancheremo di seguire con gioia, come per gli altri) ecc. Il Natale, ancora una volta, ha mostrato la sua verità: la fede da piccola fiammella si trasforma in falò, in amore capace di riscaldare, di creare legami, di donare a tutti una prospettiva di umanità ed aiuto reciproco. Aiuto reciproco perché, noi per primi, siamo aiutati ad apprezzare meglio quello che abbiamo, siamo aiutati ad alzarci dai nostri comodi divani per rimboccarci le maniche ogni giorno per i nostri amici più bisognosi, siamo aiutati a vivere nella concretezza una fede che altrimenti si ridurrebbe ad un insieme di bei sentimenti, di frasi buoniste di una (sola) settimana di festività. Con queste radici di fede, inviamo a tutti gli auguri di Natale, avendo verificato “sul campo” che non è un sogno, non è una favola per bambini, ma è la strada da seguire per salvare la nostra umanità.