"Ci trattarono con gentilezza": è una citazione tratta dagli Atti degli apostoli e fa riferimento all’accoglienza riservata dagli abitanti di Malta a san Paolo e ai suoi compagni di viaggio naufragati sull’isola.
Questo il tema scelto per l'ultima edizione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
Una storia di divina provvidenza e al tempo stesso di umana accoglienza.
Al centro della riflessione della Settimana 2020 (18-25 gennaio), preparata significativamente dalle Chiese cristiane di Malta, c’è il tema attualissimo e drammatico dell’accoglienza dei migranti.
A livello italiano, la Settimana prevede una serie di veglie di preghiera, celebrazioni ecumeniche e scambi di pulpito diffusi in tutte le diocesi della penisola.
Anche la nostra diocesi ha preparato un incontro di preghiera che si è svolto lo scorso martedi 21 gennaio presso la parrocchia Il Salvatore.
Hanno preso parte Petru Nyerges (pastore della comunità avventista del settimo giorno di Conversano), Nunzio Loiudice (pastore della comunità evangelica battista di Conversano), Sean Larkin (arcivescovo anglicano) e monsignor Giuseppe Favale (Vescovo della nostra Diocesi) con le relative comunità cristiane.
Nell'aula liturgica è stata posizionata una rete da pescatori e due remi, come simbolo del brano degli Atti degli Apostoli che è stato letto e poi commentato dai quattro sacerdoti.
Il pastore Nygeres ha puntato il faro sulle tempeste che possono scuotere la nostra vita esattamente come accaduto all'apostolo Paolo, invitando i cristiani ad affrontarle con fiducia.
Il pastore Loiudice ha evidenziato il tratto dell'accoglienza che da cristiani siamo chiamati a coltivare anche nei confronti dei migranti, cogliendo l'occasione per parlare dei corridoi umanitari creati e gestiti insieme alla comunità di Sant'Egidio.
L'arcivescovo Larkin ha invece sottolineato proprio la gentilezza come tratto distintivo dei cristiani, gentilezza che viene da Dio e che deve essere contagiosa fra gli uomini. "God is perfect kindness." L'omelia del rev.mo Larkin è stata pronunciata in inglese e tradotta simultaneamente,dando all'assemblea anche il senso della fede comune che travalica i confini geopolitici.
Mons. Favale infine ha posto l'accento sulle qualità umane che possiamo trovare e che siamo chiamati a riconoscere anche fuori dalla comunità cristiana - proprio nel brano scelto, a dare asilo e aiuto ai naufraghi sono i maltesi non cristiani, tanto da spingere l'apostolo Paolo e i suoi compagni di naufragio a riconoscere di essere stati trattati con gentilezza e con doti di non consueta umanità.
L'incontro si è concluso con le preghiere comuni ed un canto anglicano molto significativo per l'occasione: "Molti sono i raggi, uno il sole; molti sono i rami, uno è l'albero; molti sono i doni, uno è l'amore; molte sono le membra, uno solo il corpo". Nella condivisione di un sereno momento conviviale nei locali del centro parrocchiale, tutti gli intervenuti si sono salutati impegnandosi per prossime occasioni di incontro e di conoscenza.