Accanto al ricordo di Antonino Piepoli, ci giungono le parole di Eugenia Rubino dedicate alla scomparsa di Mimmo Daoli, l'ideatore, con sua moglie Annalisa Bellini, dell'ambizioso "World Dance Movement", l'ultradecennale manifestazione che porta, nel mese di luglio, i grandi nomi della danza internazionale nella nostra cittadina.
Mimmo Daoli è un uomo perbene.
Il dizionario definisce l'uomo perbene come "colui che è conforme alle norme dell'onestà e della rettitudine". E questo è Mimmo, un uomo onesto. La sua è un’onestà intellettuale che si manifesta in azioni concrete e sempre coerenti che non hanno mai tradito la purezza del suo pensiero. Sempre all’avanguardia. I saggi di danza di Artinscena portano sul palco delle “favole”, piena espressione di teatro per ragazzi, con attori, splendide luci e la regia di un grande professionista. Al Socrate, pieno all’inverosimile in ogni ordine di posto, compresi quelli in piedi, hanno visto l’alba spettacoli che poi hanno fatto il giro dei teatri italiani registrando successi e vincendo premi. E poi le produzioni teatrali con Michelangelo e Katia e la loro compagnia ed allora le prove aperte ad Artinscena che sempre più assume il ruolo di motore di energia creativa, cominciando a gettare le basi per divenire oggi una residenza artistica abitata. Un luogo in cui le compagnie provenienti da tutta Italia risiedono, sia pure per un breve periodo, per dar vita a nuove produzioni teatrali. Ma nonostante sia già tanto, non è ancora tutto.
Mimmo è un visionario. Intelligente, sensibile, osservatore acuto e capace di lucide analisi, ha avuto da subito ben oltre 10 anni fa una visione nitida di quello che avrebbe potuto diventare la nostra Castellana. Un paese di neppure 20.00 abitanti che messo in connessione con un prestigioso centro di danza della Grande Mela diviene così, quasi inspiegabilmente agli occhi dei più, per tre settimane l’anno, punto di riferimento per la danza internazionale. Ed allora per 10 meravigliosi anni abbiamo fatto lunghi voli pindarici, sognando e progettando una città capace di divenire un “crocevia di espressioni artistiche”, centro di riferimento delle arti performative, la danza prima fra tutte e poi il teatro la musica e molto ancora. Gioiosi pomeriggi attorno al tavolo in cucina, fra un sorso di the ed un biscotto, una risata, con le idee che ribollono nella testa, ubriachi di vita, di energia, di voglia di fare. Una strada lunga da percorrere, non senza insidie, strapiena di problemi da risolvere, piccoli intoppi pratici ed infinita burocrazia. Ma noi lì, pronti a partire… i primi bandi regionali, un progetto da scrivere, uno slogan accattivante da coniare, un atto da redigere, una traduzione da fare per raccontare un’idea che stava diventando una realtà, sempre più importante, sempre più luminosa.
E Mimmo, misurato, garbato con tutti, punto di riferimento per molti, capace di mediare, di smussare, di trovare la quadra. E da aprile in poi, per mesi, per anni, Artinscena è un punto di incontro. Riunioni, proposte anche strampalate, interlocutori che si alternano, taluni sono punti fermi, altri satelliti spinti qua e la dal vento della politica locale che troppo spesso ha perso l’opportunità di fare sul serio la cosa veramente giusta. E Mimmo, nonostante qualcuno meritasse di essere clamorosamente messo alla porta, sempre educato, pronto al dialogo, capace di positività costruttiva. Stemperava certe situazioni imbarazzanti con quel suo umorismo sottile, con l’autoironia, con l’autorevolezza di che sa creare una squadra e si mette a servizio del bene comune, della collettività, del risultato finale che è sempre più importante e grande dei nostri personalismi. E quanto lustro ha offerto alla nostra Castellana e quante opportunità a noi tutti di godere della grazia, della bellezza, della purezza dell’arte della danza. Ricordo la prima volta che ho visto ballare Desmod Richardson. In piazza Garibaldi, a pochi metri da me si muoveva con l’eleganza ed il vigore di un dio greco un professionista internazionalmente acclamato come fra i più grandi del firmamento della danza. Gratis ad appannaggio di tutti, a regalarci emozioni a fior di pelle. E lì ho finalmente compreso la visione di Mimmo e gli sono stata infinitamente grata. E poi è arrivato il momento che aspettavamo da anni, il bandone regionale.
Mesi di euforico lavoro, infaticabili, elettrizzati, prendevano corpo quelle parole che avevano riempito quei pomeriggi indimenticabili: audience development, mettere a sistema le energie creative, il polo internazionale della danza, upgrade, internazionalizzazione dei processi creativi, riproduzione delle best practices. Echeggiano oggi, come fuochi lontani. Espressioni di gioia e dolore. Avevamo la materia fra le mani. L’argento vivo addosso. Ma la vita è imprevedibile e beffarda. E quando pensavamo che dal puzzle frammentato di molti anni di lavoro stesse finalmente delineandosi un’immagine nitida e splendente, un’ombra scura si è delineata all’orizzonte ad adombrare il futuro. E Mimmo, ancora una volta, non ha mai perso fiducia. Sempre concreto ha continuato a lavorare con la solita verve, circondato dall’affetto e con il supporto chi gli ha sempre voluto bene, nonostante la miopia di taluni improbabili personaggi che hanno miserevolmente colto l’occasione di appuntarsi una medaglietta sul petto, cavalcando l’onda lunga della sua inventiva e capacità manageriale. Ma Mimmo Daoli è un Signore. Un uomo perbene. Un aggettivo che suona desueto, anacronistico. Un uomo che si è infaticabilmente e caparbiamente dedicato alla realizzazione di un progetto cosmopolita che ha regalato a Castellana la possibilità di divenire un villaggio internazionale, che si muove al ritmo dell’energia vitale di migliaia di danzatori, che su di un palcoscenico a cielo aperto ci hanno riempito gli occhi ed il cuore di tanta armonia e bellezza. Non starò ad evidenziare l’indotto economico che un evento di siffatta portata ha prodotto per undici anni consecutivi per il nostro territorio. Tra le macerie della crisi economica e morale, Mimmo Daoli ed Annalisa Bellini, hanno offerto straordinarie opportunità, trasformando il nostro paese in una fucina di talenti che muovendo i primi passi in via Serritella, hanno poi intrapreso una luminosa carriera in giro per il mondo. A te, mio amico fraterno, il mio, il nostro, quello di una intera comunità che attorno a te si stringe e piange straziata la tua perdita, l’ultimo saluto. Da oggi siamo più poveri, smarriti. Continueremo a giocare la nostra partita, ma senza il nostro ineffabile Capitano.
Ed allora d’ora innanzi e per sempre, WDM – World Dance Movement - e mutando un’espressione appena coniata dal caro Enrico, comune amico e compagno di tante fantasticherie – WIVA DAOLI MIMMO.
Ciao Presidente.
Eugenia