Dall'Oasi RSSA, Marilisa Ventrella, educatrice e Yvonne Monaco, musicoterapista, ancora sull'emergenza Coronavirus e sulle conseguenze di questo periodo di tensioni sui soggetti più fragili. Se aveste perso la prima puntata...
Ci ritroviamo per il secondo appuntamento dedicato a tutte le persone che assistono quotidianamente una persona con demenza, affinché i nostri semplici consigli possano alleviare queste giornate di isolamento dovute all’emergenza sanitaria determinata dal Coronavirus.
Il nostro obiettivo è quello di apportare maggior benessere nel vostro ambiente domestico e alla relazione con il vostro caro.
I nostri consigli sono adeguati ad anziani autosufficienti e al periodo iniziale o moderato della demenza, ma ciò non significa che non possiate provarci nella fase più avanzata della malattia.
Cambiano gli strumenti attraverso i quali voi familiari vi avvicinate al vostro caro: esercizi cognitivi e attività occupazionali avranno l’obiettivo di ristabilire un contatto verbale e affettivo.
Il primo consiglio che vi diamo è di non porvi con un atteggiamento da “controllore”, ma improntate i momenti dedicati a questi esercizi sulla leggerezza e la giocosità.
È fondamentale al mantenimento delle aree cognitive e sociali, non isolare la persona con demenza, ma stimolarla nelle attività preservate e gradite, in modo da trasmettergli quanto sia ancora utile e capace.
È importante, ad esempio, far collaborare l’anziano durante la propria igiene personale oppure favorire l’autonomia nel vestirsi, prestando particolare attenzione all’ordine in casa, in quanto fattore basilare per la riduzione dei momenti di agitazione. Si potrebbe, dunque, posizionare, in ordine di sequenza, esclusivamente gli indumenti da indossare, promuovendo l’individuazione di essi e il mantenimento dell’indipendenza nel vestirsi.
Potreste sfruttare ciò che vi circonda dell’ambiente quotidiano (il bagno, la camera da letto, la cucina) per stimolare l’anziano al ricordo autobiografico rievocando in lui esperienze positive, chiedendogli, ad esempio, di riordinare insieme un armadio, oppure sistemare il letto, fare il bucato a mano come si faceva un tempo, evocando così ricordi legati ai profumi e alla manualità.
Un’altra attività che vi proponiamo, prevede l’ausilio di immagini oppure oggetti, chiedendo all’anziano di suddividerli nelle diverse categorie. Ad esempio, si potrebbe dividere la frutta dalla verdura, oppure diversi formati di pasta o, ancora, i diversi indumenti. Ricordiamo quanto sia importante far sentire utile i propri anziani coinvolgendoli nelle attività culinarie, anche se il risultato non sarà sempre soddisfacente.
Il linguaggio è una delle funzioni cognitive che potrebbe essere compromessa nella demenza, comportando una chiusura sostanziale nell’espressione delle emozioni e nella comunicazione dei propri bisogni, agevolando stati depressivi, apatici ed ansiosi.
Un esempio di attività a sostegno del linguaggio è chiedere alla persona con demenza tutte le parole che gli vengono in mente che comincino con “TE”, fornendo alcuni suggerimenti iniziali, o fornendo strategie affinché il paziente utilizzi spunti su base semantica (es. oggetti: televisione,
telefono) o fonetica (ad es. tessuto, tessere). È importante, durante o al termine di ogni attività, restituire al proprio caro un feedback che possa incoraggiarlo.
Inoltre, potreste favorire la comunicazione iniziando a ricordare proverbi che loro dovranno terminare (ad es. “rosso di sera…?”), provando poi a comprenderne il significato.
Riuscirete a riscoprire il piacere della compagnia reciproca attraverso una riflessione sui ricordi di esperienze personali del passato dell’anziano, recuperando vecchi album di fotografie. Ogni foto racconterà, oltre al singolo momento raffigurato, altri eventi. Ad esempio potreste chiedere all’anziano cosa è successo o cosa ricorda di quel periodo, oppure a chi appartiene quel volto, ecc..
Approfittate sempre di questi momenti per descrivere la foto con una breve didascalia. Questa attività è basata sulla comunicazione.
La memoria autobiografica è quella che subisce minori compromissioni, le quali avvengono tardivamente rispetto alle altre memorie. Ciò permette agli anziani con declino cognitivo, di riattivare i ricordi personali, spesso legati alla sfera emotiva e sentimentale, che caratterizzano la propria identità. Rievocare eventi ed emozioni del passato favorisce benessere, riducendo gli stati depressivi e favorendo una miglior qualità della vita.
Nelle fasi più avanzate di alcune demenze, ad esempio di tipo Alzheimer, laddove il linguaggio sia compromesso del tutto è importante continuare questa attività, in quanto, seppur non verbalizzati, gli stimoli sortiscono ancora emozioni e ricordi nell’anziano, anche a livello silente. È di grandissimo supporto anche “narrargli” la propria storia mettendo assieme i momenti salienti della sua vita, permettendogli di “rivivere”.
Continuate a seguirci numerosi anche nel prossimo numero.
L’Oasi vi ringrazia per la lettura e vi saluta affettuosamente.