Ai centottantamila indigenti di Puglia registrati nel 2019 si sommano, ora, i nuovi poveri. L'aumento è del 40%: sono uomini, donne e bambini che necessitano di aiuto alimentare per effetto dell'emergenza Coronavirus. Lo dice Coldiretti Puglia.
Se per alcuni la tragedia della fase due sta nel non poter tornare all'aperitivo serale, per altri, significa non poter mettere insieme il pranzo con la cena.
Sale, infatti, di oltre il 40% il numero di nuovi poveri pugliesi che non hanno di che sfamarsi per effetto della crisi economica e sociale provocata dall’emergenza Coronavirus e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro. A tre mesi dall’inizio della pandemia, con il primo caso ufficiale di Covid – 19 individuato a Codogno il 21 febbraio, secondo un'analisi della Coldiretti Puglia basata sul numero dei beneficiari di aiuti alimentari dei fondi Fead distribuiti da Caritas e Banco Alimentare, si registra un aumento del 40% nelle richieste di aiuto. Un bilancio drammatico che ha sconvolto la vita delle famiglie e l’economia, per non parlare dell'enorme numero di vittime.
"Un tunnel dal quale il Paese sta per uscire con uno sforzo collettivo che" – sottolinea la Coldiretti - "non può essere vanificato da comportamenti scorretti con assembramenti, party e movida che rischiano di alimentare la ripresa del contagio da coronavirus".
“Lo stanziamento aggiuntivo di 250 milioni per acquistare cibo da destinare alle famiglie più bisognose è una misura importante e necessaria che abbiamo fortemente sostenuto, contenuta nel DL Rilancio che prevede tra l’altro risorse aggiuntive per il Fondo per l'emergenza alimentare con l'obiettivo di assicurare la distribuzione delle derrate per la crisi derivante dalla diffusione del virus Covid-19”, commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Sale, infatti, a 3,7 milioni il numero totale di italiani che non hanno di che sfamarsi.
"Fra i nuovi poveri" – sottolinea la Coldiretti – "ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici, colo che non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. Presso i centri di distribuzione dei pacchi alimentari e alle mense della solidarietà si presentano persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche e ai centralini arrivano decine di telefonate al giorno con richieste di aiuto di padri e madri, per la prima volta alle prese con queste difficoltà, che non sanno come sfamare i propri figli".
Grazie alla bella iniziativa della "Spesa Sospesa" proposta dagli agricoltori di Campagna Amica, nel corso del lockdown sono già stati raccolti e donati alle famiglie indigenti oltre 30.000 chili di cibo, con consegne gratuite di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, olio e legumi, distribuite dalle parrocchie, dai Comuni e dagli enti caritativi.
"Si tratta di un risultato ottenuto grazie alla generosità degli agricoltori e dei frequentatori e sostenitori delle fattorie e dei mercati di Campagna Amica che continuano dove possibile a lavorare, anche con consegne a domicilio, per non far mancare cibi di qualità sulle tavole dei pugliesi".
Infine, inutile nasconderlo, "la condizione delle famiglie è aggravata dalla bolla speculativa che sta colpendo i generi di prima necessità, a partire dall’ortofrutta, i cui prezzi nei canali di vendita risultano raddoppiati" conclude Coldiretti.
Mors tua, vita mea, dicevano gli antichi.