Il maestro castellanese Gianni Mastromarino, recentemente scomparso, nel commosso ricordo di Carlo Maria Clemente, maestro direttore della Banda “Vito Semeraro” di Castellana-Grotte.
Quando mi è stato chiesto di scrivere questo ricordo ho pensato da subito che non sarebbe bastato un libro intero per poter solamente citare la vita, la passione musicale, l’aneddotica del compianto maestro Gianni Mastromarino, venuto a mancare lo scorso 28 luglio. E, stranamente, pur nel momento del dolore e del ricordo struggente, emergono particolari scherzosi e ilari del carattere di Gianni: un uomo sincero, capace di andare dritto al sodo nell’insegnamento, con un linguaggio mordace, con la battuta pronta, ma sempre leale e rispettoso. Classe 1952 si era avvicinato al mondo della musica grazie all’ebanista Vito Semeraro (di cui conservava una fotografia nella custodia del clarinetto) e aveva intrapreso gli studi presso il Conservatorio di Bari, all’epoca guidato dal compositore Nino Rota: proprio il grande compositore cinematografico lo aveva accompagnato al pianoforte nelle prime esecuzioni della celebre Sonata in re, divenuta ora uno dei capisaldi della letteratura clarinettistica.
Docente storico presso la sezione staccata del Conservatorio in Monopoli (poi divenuta istituzione autonoma dal 2000) si è fatto apprezzare per la sua grande capacità didattica: i suoi alunni sanno bene che per il maestro le lezioni non finivano mai, anche durante le vacanze, anche oltre gli orari di servizio. Bisognava essere sempre pronti: al mattino di un giorno di agosto poteva arrivare una telefonata di primo mattino per fissare la lezione! Il Conservatorio è stata la sua seconda casa: ha avuto la grande capacità di diplomare decine di clarinettisti e la stessa tenacia nel consigliare, a chi non fosse portato, di dedicarsi ad altro. Un uomo senza compromessi, diretto nelle affermazioni, instancabile nel lavoro.
Anche se ormai in pensione da tre anni si informava sempre sull’andamento della scuola “c’ s deisc alla scòol?” E, poi, la lunga carriera concertistica in orchestra, in varie formazioni tra le quali spicca il quartetto Argheul con il quale si sono esibiti in numerosissimi e apprezzatissimi concerti per tutta Italia, ottenendo lusinghieri consensi e vincendo molti concorsi musicali. Venendo ai ricordi personali posso dire che non c’è stata una data in cui ho conosciuto Mastromarino: lo conosco da sempre, sin dalla tenera infanzia a motivo dell’amicizia profonda col mio papà.
Ricordo quando nel 2011, nei primi anni della mia frequenza al corso di Composizione, accettò volentieri di eseguire più volte in concerto con l’ensemble dei fiati degli alunni del Conservatorio la mia composizione “Tango”: durante le prove esortava noi alunni a curare ogni minimo dettaglio, a correggere ogni minimo errore.
Alla fine, sorridendo, utilizzò l’espressione “ci cacòt!” e tutti sciogliemmo la tensione in una fragorosa risata! In diverse occasioni si è esibito come solista con la nostra Banda eseguendo diversi brani come “Alla czardas” di Orsomando, “Tema e variazioni” di Rossini, il 1° tempo del Secondo Concerto di Weber: non posso nascondere anche la trepidazione e la paura nel concertare con lui, perché nelle prove non veniva ammesso nessun errore, anche a costo di imprecare contro i poveri suonatori o contro me che concertavo! Ma alla fine abbiamo imparato tanto da quelle prove! E come ci siamo divertiti…
Nei concerti richiedeva delle parti ingrandite perchè “iè nang affitt”, voleva ricevere le parti con largo anticipo perché altrimenti “c l’ha va fò tutt sti not?”, tutti gli strumenti dovevano essere perfettamente intonati, altrimenti il rischio era di sentirsi dire “chedd callòr sciettl”! Le sue trovate dialettali, l’intercalare colorito, le lunghe chiacchierate in piazza, gli incontri all’alba nel bar, le telefonate urgenti per riparare qualche strumento e il suo invito a recarsi “all’ufficio” (il luogo dove il pomeriggio si trovava a giocare a carte): i ricordi scorrono come in un film durato una vita intera e hanno la freschezza delle relazioni umane vere, autentiche, senza fronzoli.
L’intero paese si è riversato al suo ultimo saluto, pur con tutte le limitazioni che questo tempo epidemico impone: le tante attestazioni di vicinanza da parte di musicisti di tutta Italia sono state il segno visibile della stima e del rispetto verso un grande musicista e un uomo vero.
Può finire tutto così? Suonando l'organo durante la celebrazione delle sue esequie mi è venuto in mente quando mi canzonava perché gli organisti non riuscivano a rispettare il solfeggio… Accompagnandolo, nell'ultimo saluto, con le note del maestro Lanzilotta, sono riemersi tutti gli aneddoti sulla sua giovinezza, sulla bandicella di 50 anni fa... Anche se in quest’ultimi mesi a nessuno di noi è stato possibile essergli fisicamente vicino, non è passato giorno che il nostro pensiero non sia stato rivolto a lui. Ognuno di noi cela un ricordo, un aneddoto, un’esperienza: adesso il ricordo si fa memoria di viva gratitudine. Mi piace pensare che, presentatosi alle porte del Paradiso col suo soprannome di Giuann I Crìst (come il nonno) sia stato scritturato nell’orchestra festosa del Paradiso: anche gli angeli - adesso - saranno divertiti e imbarazzati per la mole incredibile di parolacce con cui si farà voler bene, dovranno studiare bene le singole note per non incorrere in qualche “accorato” rimprovero!
Può finire tutto così?
Questa volta no... proprio adesso l'assenza si fa presenza nel ricordo e nella gratitudine.
A Dio, maestro Gianni, grazie per tutto quello che ci hai insegnato!
Il Maestro in concerto con l'ensemble di fiati degli alunni del Conservatorio all'Arco Barberio - Castellana-Grotte
Il Maestro in concerto con la Banda ''Semeraro'' nel chiostro del Conservatorio
Il Maestro solista in concerto con la Banda ''Semeraro'' al Santuario Madonna della Vetrana - Castellana-Grotte
Il Maestro con Angelo Clemente, collega per trentasette anni
Il Maestro in una foto d'epoca con il quartetto Argheul, da sinistra Gianni Mastromarino e Andrea Mongelli, clarinetto soprano, Angelo Clemente, clarinetto basso, Vito Spinosa, clarinetto contralto
Il Maestro riceve l’attestato per l'avvenuto pensionamento, nel salone del Conservatorio musicale di Monopoli, alla presenza dei colleghi del dipartimento degli strumenti a fiato
L'ultimo saluto al Maestro con la presenza congiunta delle due bande castellanesi e dei tantissimi ex-alunni giunti da ogni parte della Puglia per suonare in suo onore