Venerdì 30 ottobre, nella giornata di chiusura della mostra “Com’eri Vestita?”, che dal 9 ottobre è stata ospitata in quattro diversi ospedali dell’ASL Bari, Vito Calabrese ha donato all’Aps Sud Est Donne, curatrice della mostra, un camice bianco in ricordo di sua moglie, Paola Labriola, psichiatra di 52 anni barbaramente assassinata nel 2013 da un paziente all’interno del Centro di Salute Mentale a Bari.
La donazione è avvenuta nella sede dell’Asl di Bari alla presenza del direttore del Dipartimento Salute della ASL, Domenico Semisa, la presidente del CUG, Domenica Munno e Maria Antonietta Menchise, avvocata della rete dei Centri Antiviolenza dell’Aps Sud Est Donne.
"Grazie al percorso itinerante avviato con la mostra" - ha spiegato Domenica Munno, presidente del Comitato unico di garanzia della ASL - "è stato possibile dialogare con le lavoratrici che in alcuni casi hanno esplicitato la sofferenza privata e intima della violenza subita nell'esercizio delle loro funzioni".
"La mostra è stata un'occasione per molte donne di denunciare in forma anonima la violenza subita" - ha continuato la presidente CUG - "come testimoniato da centinaia di messaggi lasciati nel registro che accompagna l'esposizione in tutte le sue tappe".
Si arricchisce così, di una nuova e dolorosa storia, l’universo evocato dalla mostra installazione nata per destrutturare gli stereotipi che colpevolizzano le donne vittime di stupro, a cui ancora troppo spesso viene imputata, più o meno velatamente, la responsabilità di aver “provocato” il loro aguzzino.
In quel camice bianco, donato da Vito Calabrese, c’è tutta la vita di Paola Labriola, una donna appassionata del suo lavoro che credeva, fortemente, in una psichiatria comunitaria e territoriale e che si batteva per mettere al centro dell'interesse la persona del paziente, ridimensionando il valore dato all’esclusiva efficacia delle terapie biologiche nella Cura.
L’assassino non ha mai fornito motivazioni del perché abbia infierito, quel 4 settembre 2013, in quel modo orrendo e feroce, verso una professionista mite e gentile che quel giorno si scusò con lui per averlo fatto aspettare nell’anticamera.
Quello che però è chiaro è che la sua uccisione fu premeditata, non fu il frutto di una perdita di controllo o della presenza di patologie psichiatriche.
Quel camice bianco, così come gli altri 17 abiti raccolti nella mostra, racconta come l’essere donna è rilevante e centrale nella scelta di compiere il reato: l’assassinio di Paola, infatti, fu solo l’ultimo di una serie di atti violenti che l’aguzzino perpetrò nei confronti delle donne.
Con questa donazione, che ha suscitato grande commozione tra tutti i presenti, Vito Calabrese ha voluto ricordare non solo Paola Labriola, ma tutte le vittime di violenza in ambiente sanitario, dimostrando così che il dolore se trasformato in amore, è uno dei più importanti strumenti di resistenza e rivoluzione a nostra disposizione. La mostra “Com’eri vestita?” è un progetto nato nel 2013 da un progetto dell’Università del Kansas, con il nome “What were you wearing?” arriva in Italia, nel 2018, grazie a Libere Sinergie che, contestualizzandola al nostro ambiente socio-culturale, ha scosso l’attenzione pubblica, sfatando gli stereotipi sulla violenza sessuale.
Dal dicembre 2018 l’Aps Sud Est Donne, da anni impegnata nel contrasto alla violenza sulle donne, è diventata curatrice della mostra per il Sud Italia e in particolare per la Puglia.