Oggi, 26 novembre, è un giorno speciale per noi pugliesi. Si ricorda, infatti, una pianta che, soprattutto nella nostra regione, è vita, sostentamento, paesaggio.
La giornata mondiale degli ulivi proclamata dall’Unesco, infatti, vuol ricordare l'ulivo, eccezionale, frugale compagno della storia dell'uomo.
L'olivo, Olea europea, è un albero da frutto originario dell'Asia Minore. I primi a coltivarlo furono i greci, che lo chiamarono ελιά, elià, per i latini, invece, divenne olea. Il suo utilizzo principale fu quello alimentare, con l'estrazione del prezioso olio verde e il consumo diretto delle drupe. Un albero resistente a temperature basse e molto alte, a lunghi periodi siccitosi, a terreni brulli o salini. Può diventare vecchio, vecchissimo, superare i mille anni.
Un albero meraviglioso, coriaceo. Eppure, minacciato, ignorato, un albero ferito da potature che, di estetico, hanno ben poco.
Un albero sacro per i Greci, che punivano con l'esilio chi venisse sorpreso a danneggiarlo, considerato dai Romani, dagli Ebrei. Simbolo di pace, il ramoscello d'ulivo annunciò la fine del diluvio, segno di riconciliazione, è protagonista nella festa cristiana delle Palme.
D'ulivo era il legno delle porte del tempio di Gerusalemme e gli ulivi hanno segnato le ultime ore prima della Passione di Cristo.
L'olio accompagna tutti i momenti importanti della nostra vita di credenti: i sacramenti del battesimo, della confermazione e dell'estrema unzione. Con l'olio sacro, il crisma, si suggella l'ordinazione sacerdotale. Con l'olio, pure, i nostri avi contrastavano il malocchio, l'affascino e i vermi.
“La coltura dell'olivo in Puglia è diffusa in maniera omogenea su tutto il territorio regionale. La Puglia, per estensione della superficie agricola, numero di aziende interessate, molte delle quali specializzate e volume della produzione, rappresenta la più importante regione olivicola italiana e del mondo. A livello mondiale il 12% della produzione di olio d'oliva è rappresentata da olio di oliva pugliese. L’oliveto pugliese, a ragione considerato il più suggestivo al mondo contribuisce a valorizzare molte aree regionali a scarsa fertilità naturale, a mantenere le caratteristiche paesaggistiche ed ambientali del territorio”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Ma, complici i cambiamenti climatici, le oscillazioni produttive, la chiusura dei ristoranti in Italia e nel mondo e l’emergenza Xylella, l'olio d'oliva, colonna della dieta mediterranea, è un tesoro da salvaguardare.
Per questo invitiamo ad acquistare, quest'anno con maggior forza, un olio che parli castellanese. Tanti i frantoi cittadini che, in queste settimane, hanno ultimato la molitura della preziosa drupa. Qualità alta, come al solito, acidità bassissima, colore intenso. Non resta che assicurarsene una buona riserva per l'anno intero.
E chi compra le bottiglie dalla grande distribuzione in supersconto? Non sa quello che si perde!
Nella foto a sinistra, un ulivo immortalato dal castellanese Pasquale Ladogana. Il fotografo, infatti, è stato protagonista di mostre monografiche sugli ulivi ad Alberobello, alla Fiera del Levante di Bari e in altre sedi.