Altamura nel Barese, Gravina in Puglia e Laterza nel Tarantino. Questi i Comuni pugliesi individuati tra i sessantasette siti del costituendo Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, infrastruttura ambientale di superficie per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività prodotti in Italia.
Le aree sono state identificate sulla base delle caratteristiche tecniche e socio-ambientali; quanto alla distribuzione geografica, sette le Regioni coinvolte, per otto Comuni in Piemonte, ventiquattro tra Lazio e Toscana, diciassette tra Puglia e Basilicata, quattordici in Sardegna e quattro in Sicilia.
La proposta della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) a ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico è stata elaborata dalla Sogin S.p.A., società statale responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti e validata da ISIN, Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dell’Ambiente.
Con la pubblicazione, avvenuta alla data odierna, della Proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) e del Progetto preliminare del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico (DNPT), si è dato avvio alla consultazione pubblica, come previsto dal D.lgs. 31/2010.
"Lo Stato e la Regione" – spiega Emiliano - "hanno, in quei luoghi, istituito il Parco nazionale della Murgia e il parco regionale più grande, quello delle Gravine, quali presìdi delle biodiversità e simboli dello stile di vita verso cui i pugliesi hanno deciso di andare. Le comunità della Murgia pugliese sono in continuo cammino, in evoluzione costante nel turismo, nell’agricoltura moderna, nella zootecnia basata sul benessere animale, nelle produzioni artigianali che finalmente superano i confini regionali e rendono riconoscibile una storia, una identità vera che profuma di futuro e non può essere sporcata con la parola nucleare, incubo del passato”.
"Svolgeremo" - conclude - "tutti gli approfondimenti tecnici del caso, geologici e ambientali, per motivare anche sotto questo aspetto l’incompatibilità di questa scelta irragionevole che contrasteremo in ogni sede".
Tutelare la vocazione agricola dei territori è l'oggetto dell'appello di Coldiretti.
"La scelta deve tutelare la vocazione dei territori in un Paese come l’Italia che può contare sull’agricoltura più green d’Europa con 311 specialità a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 70mila aziende agricole biologiche e il primato della sicurezza alimentare mondiale", afferma il presidente Ettore Prandini, nel sottolineare l’importanza di un processo trasparente per la necessaria messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.
"Le necessarie garanzie di sicurezza" – precisa Prandini – "vanno accompagnate da una forte attenzione al consumo di suolo evitando nuovi insediamenti con il riutilizzo e la bonifica di aree industriali dismesse. L’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che vanno difese e valorizzate per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e creare nuovi posti di lavoro. Negli ultimi 25 anni si è perso in Italia oltre ¼ (-28%) della superficie agricola utilizzabile in Italia, ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari".
(Immagine a sinistra Sogin Spa)