Crescono i prezzi dei prodotti alimentari nel carrello della spesa con aumenti che arrivano all’1,9% per la verdura fino al 4% per la frutta, ma nei campi di carciofi è speculazione al ribasso. A denunciarlo, Coldiretti Puglia.
Accanto ai danni causati dal maltempo, a soffocare gli agricoltori pugliesi l’invasione di ortaggi provenienti da Egitto e Tunisia. Questo è quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, che rivela come il prezzo dei carciofi brindisini sia crollato al di sotto dei 15 centesimi a capolino.
Accanto ai danni causati dal maltempo, a soffocare gli agricoltori pugliesi l’invasione di ortaggi provenienti da Egitto e Tunisia. Questo è quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, che rivela come il prezzo dei carciofi brindisini sia crollato al di sotto dei 15 centesimi a capolino.
“I carciofi egiziani e tunisini sono facilmente riconoscibili perché tutti perfettamente uguali, con i gambi della medesima lunghezza, deprivati di foglie e calibro uguale per ogni capolino. Chiediamo alle forze dell’ordine, che ringraziamo per l’attività di vigilanza costante, di inasprire i controlli, specie in questo momento di emergenza pandemica. Una situazione inaccettabile che vede speculare sugli anelli più deboli della filiera”, denuncia Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Coldiretti Brindisi.
Serve un patto etico di filiera per garantire, chiarisce Coldiretti Puglia, un'adeguata remunerazione dei prodotti agricoli e privilegiare nella distribuzione il Made in Italy a tutela dell’economia, dell’occupazione e del territorio. Un obiettivo che va sostenuto con un serio intervento normativo del parlamento contro le pratiche commerciali sleali ad integrazione della Direttiva UE 2019/633.
“Le importazioni di carciofi provenienti da Egitto, Marocco e Tunisia, in arrivo nei porti di Bari, Brindisi, Genova, Gioia Tauro e Manfredonia inquinano il mercato", spiega il presidente De Miccolis, "immettendo prodotto di scarsa qualità a prezzi stracciati. Il rischio è che i nostri imprenditori agricoli decidano di non raccogliere più ritenendo poco remunerativa l’attività cinaricola. Il comparto in provincia di Brindisi ha bisogno di una seria programmazione per uscire dal momento di difficoltà e contemporaneamente assicurare la possibilità ai consumatori di acquistare prodotto locale che, non essendo soggetto a lunghi tempi di trasporto, garantisce freschezza e genuinità uniche”.
In Puglia si producono 1.245.400 quintali di carciofi – ricorda Coldiretti Puglia – di cui 475.000 in provincia di Brindisi, sede dell'IGP del carciofo brindisino.
Per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti, meno di 15 centesimi vanno a remunerare il prodotto agricolo, per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera.
Il rimedio? Rendere più equa la remunerazione dei produttori, oggi, spesso, al di sotto dei costi di produzione. Occorre, spiega Coldiretti, controllare e sanzionare comportamenti sleali attraverso un organismo con competenze e mezzi adeguati. Infine, serve una riforma dei reati in materia agroalimentare, come suggerito dall’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti.