Dal tavolo di concertazione tra Assessorato regionale all'ambiente rappresentanto da Anna Grazia Maraschio e associazioni di categoria, sodalizi a difesa dell'ambiente e mondo della ricerca, ancora posizioni divergenti.
La Maraschio, foto a sinistra, si dichiara soddisfatta per l'apertura ai biopesticidi.
“A seguito del tavolo di concertazione con le associazioni agricole, ambientaliste, Università di Bari etc, che ho convocato la scorsa settimana presso l’Assessorato Ambiente", dichiara, "si è ritenuto di recepire le istanze dei partecipanti, rendendo possibile l’utilizzo anche di biopesticidi autorizzati e di prodotti naturali, che hanno dimostrato efficacia nelle sperimentazioni. Quest’importante risultato può diventare modello virtuoso per le altre Regioni Italiane interessate dal fenomeno Xylella. Abbiamo così contemperato l’esigenza degli agricoltori e, in particolare, del settore dell’agricoltura biologica con la tutela della salute. Il piano di contrasto alla Xylella non prevederà l’obbligo dell’utilizzo di pesticidi che rischiano di danneggiare interi ecosistemi, specie ed habitat bio autorizzate, bensì prevederà anche la possibilità di utilizzare biopesticidi. La Regione Puglia ha sostenuto il lavoro dei ricercatori che in questi sette anni hanno studiato il ciclo biologico dei vettori e sperimentato mezzi per contenere il rischio di diffusione del batterio da parte dei vettori stessi. I risultati, oggi, consentono di proporre in Puglia e nelle altre regioni europee il modo per prevenire la diffusione del batterio. Ho lavorato, duramente, per la tutela dell’ambiente e della biodiversità, coinvolgendo il mondo del biologico, ambientalista ed accademico. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato e, in particolar modo, l’assessore Donato Pentassuglia, che ha dimostrato sensibilità al tema”.
Per il Comitato "La Puglia non si avvelena", un sodalizio di quasi sessanta voci, tra apicoltori, associazioni di categoria, ricercatori e agricoltori che chiedono di essere ascoltati sul Piano di Azione Xylella, la posizione espressa dall'Assessorato all'ambiente è ambivalente.
"L’Assessore all’Ambiente Anna Grazia Maraschio ha dichiarato che la Regione Puglia renderà possibile, oltre all’uso di quattro pesticidi ad ampio spettro (Deltametrina, Acetamiprid, Fosmet e Spinetoram), proposti dall’assessore Pentassuglia, «l'utilizzo anche di biopesticidi autorizzati e di prodotti naturali, che hanno dimostrato efficacia nelle sperimentazioni» come linea d’azione per il piano Xylella 2021. In più ha affermato che i pesticidi «rischiano di danneggiare interi ecosistemi, specie e habitat». Queste due posizioni sono in nettissima contraddizione tra di loro. Inoltre, sono in palese contrasto con le prescrizioni stabilite negli articoli 8 e 14 del REGOLAMENTO (UE) 2020/1201 della Commissione del 14 agosto 2020 relativo alle misure per prevenire l’introduzione e la diffusione nell’Unione della Xylella fastidiosa. Rileggiamo la norma europea: «Lo Stato membro interessato applica pratiche agricole per il controllo della popolazione di vettori dell’organismo nocivo specificato, in tutti i suoi stadi, nella zona infetta e nella zona cuscinetto. Esso applica tali pratiche nel periodo più adatto dell’anno, indipendentemente dalla rimozione delle piante interessate. Tali pratiche comprendono trattamenti chimici, biologici o meccanici efficaci contro i vettori, a seconda dei casi, in funzione delle condizioni locali». Negli articoli citati, dove si legge l’OBBLIGO di avvelenare la Puglia? Cinquantaquattro associazioni si sono unite spontaneamente e, senza avere a disposizione nessuna agenzia promotrice, hanno raccolto 3.000 firme in tre giorni attraverso una petizione rivolta alla Regione Puglia. È davvero arrivata l’ora di cambiare rotta, in accordo con la Strategia Europea della Biodiversità e gli obiettivi del Green Deal. Chiediamo ai due Assessori Pentassuglia e Maraschio di cancellare qualsiasi norma non rispettosa del territorio pugliese e dei suoi boschi, parchi naturali, pascoli, parchi urbani nonché delle aziende biologiche, apistiche e del turismo.Continua la nostra raccolta di firme all’indirizzo change.org/lapuglianonsiavvelena".
Il Comitato La Puglia non si avvelena