''Ora viene il bello'' è l’iniziativa proposta dalla Conferenza Episcopale italiana attraverso l’Ufficio Nazionale per la Pastorale del Tempo libero e il Collegamento dei Santuari Italiani a cui ha aderito Il Santuario Maria Santissima della Vetrana di Castellana-Grotte.
L’intento è di riavvicinare e di rigenerare nella speranza i fedeli provati dalla vicissitudine della pandemia Inserite nel programma generale, che si concluderà il 17 settembre, quattro serate di preghiera, ascolto e riflessione, attraverso l’esperienza di alcuni testimoni della fede dei nostri tempi.
Gli incontri avranno come scenario la suggestiva agorà Giovanni Paolo II adiacente al Santuario in via Convento, 40 Martedì scorso, prima di queste serate, abbiamo percorso, attraverso documenti, video e testimonianze, la straordinaria esperienza di vita e di fede di Chiara Lubich (Trento, 22 gennaio 1920 – Rocca di Papa, 14 marzo 2008), fondatrice del Movimento dei focolari che ha come obiettivo l'unità tra i popoli e la fraternità universale. “Che tutti siano uno” (Gv. 17,21). Per queste parole siamo nati, per l’unità e per contribuire a realizzarla nel mondo”.
Martedì prossimo 20 luglio alle 20:00 sarà la volta di don Oreste Benzi (San Clemente, 7 settembre 1925 – Rimini, 2 novembre 2007), fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. Parleranno di lui Mina e Stefania, responsabili della casa “Il sogno di Giuseppe” della comunità Papa Giovanni XXIII di Castellana-Grotte. A seguire, verrà proiettato “Solo cose belle”, film del 2019 che racconta di una casa famiglia che stravolge la quotidianità di un piccolo paesino dell’entroterra riminese e che, con la leggerezza della commedia, parla della paura del diverso, del disabile, dell’immigrato, dell’emarginato e allo stesso tempo di conversione, di seconde possibilità e del bello della vita che scaturisce dal superamento di timori e pregiudizi.
Martedì 27 luglio alle 20:00 ci faremo guidare dal carisma di don Tonino Bello (Alessano, 18 marzo 1935 – Molfetta, 20 aprile 1993) e dalle sue parole scomode.
“Accoglietemi come fratello e amico, oltre che come padre e Pastore. Liberatemi da tutto ciò che può ingombrare la mia povertà”, queste le parole con cui si presentò nel 1982 alla Chiesa di Molfetta in veste di vescovo. Tutti conoscono la sua celebre frase, la “Chiesa del grembiule”, che tanto echeggia la “Chiesa povera per i poveri” di Papa Francesco, una Chiesa che lui portava di persona negli angoli dove i bisogni si possono ignorare.
Martedì 24 agosto alle ore 20:00, l’ultima delle quattro serate, in compagnia di Carlo Acutis (Londra, 3 maggio 1991 – Monza, 12 ottobre 2006) con la sua fede semplice e tenace. Carlo Acutis amava l’Eucaristia, “è la mia autostrada verso il Cielo, se le ci si accosta ogni giorno, si va dritti in Paradiso”, spiegava. Amava gli altri, amava i poveri, nella tomba indossa jeans e felpa; il Rosario intrecciato fra le mani.