Dall'associazione teatrale Grocà di Castellana-Grotte, notizia della nuova messa in scena, quella de ''Il senso ritrovato''.
Dopo quasi due anni di pausa forzata a causa delle restrizioni anti-Covid, Grocà è tornata in scena con “Il senso ritrovato”, uno spettacolo che, in linea con lo stile che caratterizza da sempre la sua attività, punta non sul teatro di intrattenimento, ma su un teatro che sollecita spunti di riflessione e di confronto.
Una doppia scommessa quella di Elvira Spartano, direttore artistico dell’Associazione e regista dello spettacolo. La prima, affidare, per la prima volta, ai giovanissimi della Compagnia amatoriale, Carlo Costante, Roberta Gallo e Rebecca Tapogna, una messa in scena particolarmente impegnativa.
E se alla fine lo scrosciante applauso del pubblico è stato accompagnato da una inaspettata standing ovation evidentemente la prima scommessa si può ritenere vinta. La seconda scommessa riguardava la caparbietà di Grocà di puntare non su un teatro di intrattenimento, ma su un teatro impegnato. E se il pubblico presente, nonostante si presupponesse che in questo particolare momento storico, dopo lockdown e preoccupazioni, avrebbe preferito argomenti più frivoli e spensierati, ha invece apprezzato con evidenti consensi, si può dire che anche la seconda scommessa è stata vinta.
Sarà forse perché il testo ideato e scritto, durante i mesi di lockdown dalla stessa Elvira Spartano, e successivamente, su sollecitazione della stessa, arricchito con la scrittura del giovane Carlo Costante, ha affrontato la tematica in maniera delicata, con una leggiadria e intensità, come ha sottolineato qualcuno del pubblico, che hanno coinvolto e ammaliato. “Il senso ritrovato” ha rappresentato il tentativo di trovare insieme al pubblico un senso a ciò che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, a causa del Covid-19.
Il sociologo Francesco Morace lo ha definito virus del contrappasso, di memoria dantesca, proprio perché ci ha indotti a riflettere sull’importanza di tutto ciò che era diventato scontato nelle nostre vite, proprio privandocene. Un’amara riflessione, senza retorica, con un finale a sorpresa per renderci consapevoli che è necessario recuperare l’essenziale, così “invisibile agli occhi”.
Rispettata nella messa in scena la consueta cifra stilistica, caratterizzata da una fusione e contaminazione dei diversi linguaggi espressivi. La chiave interpretativa della trama, che si è evoluta in un crescendo riflessivo ed emotivo, è stata affidata, infatti, al linguaggio del corpo di Giorgia Putignano e Giulia Torrisi, magistralmente truccate da Mary Castro della Beauty Accademy di Monopoli.
Meravigliosa la location di Casina Rossi, per la quale si ringraziano Maria Rosa Giangrande e Gaetano Logrieco per l'ineguagliabile ospitalità e per aver sostenuto e promosso, altresì, la cultura della ripartenza, inserendo la messa in scena nel programma di luglio del Rotary Club di Monopoli, di cui la dottoressa castellanese Maria Rosa Giangrande è presidente.
Nico Beffa da “Genio della lampada” di Grocà si è trasformato in genio delle luci e dell’audio, fondamentali per la riuscita dello spettacolo. L’organizzazione generale è stata curata dal Consiglio di Grocà, presieduto da Fabio Verdolino, instancabile operatore di scena, insieme ai componenti di Grocà sempre disponibili a collaborare.
Prossimo appuntamento con Grocà il 12 agosto, presso lo Spazio Sociale San Nicola di Genna, nell’ambito della Rassegna “Storie di altro genere”, organizzata e promossa dall’Assessorato ai servizi sociae e alle politiche giovanili del Comune di Castellana-Grotte.