Tanto dispiacere, tanta partecipazione, tanti apprezzamenti per ciò che è stato ed ha fatto.
E non poteva essere altrimenti per una persona che ha rivestito con competenza dei ruoli tanto importanti, come allenatore di calcio ed educatore sportivo, ma anche come tutore dell’ordine ai massimi livelli della gerarchia del Corpo dei Vigili Urbani di Castellana Grotte.
Non era certo stato nominato a caso Cavaliere della Repubblica e non sono casuali le innumerevoli testimonianze che in queste ore stanno invadendo i social da parte dei “suoi ragazzi” con pensieri, foto e ricordi, alcuni veramente toccanti.
A ricordarci gli inizi come giocatore, lui giocava in porta, ci pensa il mitico Giovanni Intini, giocatore, dirigente e per tanti anni presidente dell'AS Castellana: “Abbiamo cominciato insieme nella Libertas a metà anni sessanta. La sera ci riunivamo a casa mia e la nostra amicizia si cementava a tavola. C’era grande rispetto e si scherzava sempre. Lo prendevamo in giro per una volta in cui disse “lasciala, mia”, ma la palla finì ugualmente in rete. Lo ricordo come giocatore, poi anche come tecnico delle giovanili, ma soprattutto come amico”.
Terminate le sue esperienze come giocatore, intraprese l’attività di allenatore prima nella Juvenilia e poi con l’As Grotte. Sono passati attraverso i suoi insegnamenti tantissimi giovani.
Tra i tanti talenti da lui lanciati, tra i più rappresentativi, riportiamo il pensiero di Rino Fanelli che ha raggiunto livelli ragguardevoli nella sua carriera sportiva: “Tutto il gruppo aveva un bel rapporto con lui come allenatore e Mario Corallino come presidente. Ci facevano stare bene insieme. Ricordo quando organizzò per me un provino a Milano nell’Inter, ma la sfortuna si mise di traverso e per un improvviso sciopero dei trasporti, saltò tutto e lui rimase molto amareggiato per l’occasione persa. Con noi ragazzi era severo quando necessario, ma anche comprensivo, insomma una figura paterna”.
Anche la sua attività lavorativa non è stata banale. Ha sviluppato la sua carriera raggiungendo il massimo grado di Comandante nel Corpo dei Vigili Urbani. Qualcuno lo ricorda severo, burbero, ma faceva parte del suo personaggio, nel suo ruolo l’inflessibilità e la fermezza non potevano mancare.
Riportiamo il pensiero del sindaco Dott. Franceco De Ruvo: “Siamo tutti profondamente addolorati per la sua dipartita. L’ho conosciuto in tarda età, ma non mi è sfuggito che è stato un punto di riferimento importantissimo per molti ragazzi avviati all’attività sportiva. Una persona cordiale, simpatica, sempre garbato e di una gentilezza d’altri tempi. Da comandante si è fatto apprezzare e voler bene dai suoi subalterni”.
Chiudiamo con il ritratto umano che ha tracciato di lui il figlio Maurizio, attuale assessore ai servizi sociali, istruzione e sport: “Con noi figli è stato abbastanza severo: rispetto, educazione, disciplina e puntualità erano i suoi principi. Nell’ambito sportivo i suoi ragazzi erano come suoi figli perché il calcio per lui era una scuola di vita. Più importante della vittoria del campionato era la coppa disciplina, ed era per lui un vanto averne vinte diverse. Era il paladino dei deboli e dei fragili, la sua missione era strappare un sorriso con una battuta, ai bambini, agli anziani di cui aveva rigoroso rispetto, ai disabili, ai poveri, ai delinquenti che considerava sfortunati da aiutare comunque. Odiava le ingiustizie, l'arroganza e la tracotanza. Non amava le sfumature, per lui era o bianco o nero. O bianconero, come la Juventus che ci ha fatto amare da bambini. È stato sempre iperprotettivo, cercando di prepararci la strada a suo avviso piena di buche e pericoli. Ci ha amato a modo suo e noi siamo orgogliosi per quello che ha fatto per noi e per tutti”.
La redazione di ViviCastellanaGrotte partecipa commossa al dolore della famiglia.
A lato, Franchino Pace, sotto, immagini da una rimpatriata.