Al direttore scientifico dell'I.R.C.C.S. ''Saverio De Bellis'' di Castellana-Grotte Gianluigi Giannelli il riconoscimento “Paladini Italiani della Salute.
Determinante nell'assegnazione del prestigioso riconsocimento lo studio sull’efficacia della terapia per l’epatocarcinoma.
Castellana Grotte, 3 novembre 2021 – Una ricerca medico-scientifica, una importante scoperta legata alla terapia per il tumore al fegato, e ora un riconoscimento nazionale. È il percorso che ha portato Gianluigi Giannelli, direttore scientifico dell’I.R.C.C.S. ''Saverio De Bellis'' di Castellana-Grotte, a ricevere a Roma uno dei riconoscimenti Paladini Italiani della Salute per le migliori ricerche pubblicate nel quinquennio 2015-2020, iniziativa destinata a studi distintisi per prestigio e innovazione risultando fiori all'occhiello nel panorama della ricerca medico-scientifica.
Il riconoscimento è stato conferito in Campidoglio dal presidente del Comitato scientifico Walter Ricciardi, componente del Comitato Esecutivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
La ricerca condotta al "De Bellis" da Giannelli e la sua equipe aggiunge nuove conoscenze alla personalizzazione della terapia per l’epatocarcinoma, evitando trattamenti inutili, ottimizzando i costi e migliorando il governo clinico della terapia.
L’epatocarcinoma è il più frequente tumore maligno del fegato. Rappresenta la quinta neoplasia più diffusa al mondo e la terza come causa di morte correlata al tumore. La prognosi e la sopravvivenza sono ad oggi insoddisfacenti, poiché solo una minoranza dei pazienti può usufruire delle terapie più efficaci: la chirurgia o il trapianto di fegato.
Il Sorafenib è al momento l’unico farmaco approvato in prima linea nel trattamento dei pazienti in stadio avanzato di malattia non più avviabili al trattamento chirurgico. Il farmaco inibisce la proliferazione delle cellule tumorali e induce al tempo stesso la loro morte. Ma questo trattamento farmacologico risulta efficace nell’allungare la sopravvivenza solo in un terzo dei casi, perché molti pazienti sviluppano resistenza entro i primi sei mesi di terapia.
La ricerca ha dimostrato che una particolare proteina (Laminina-332) presente nel microambiente tumorale contrasta l’efficacia del Sorafenib, e la chiave di volta per aggirare il problema è la sua interazione con uno specifico recettore al quale la proteina si lega.
Docente universitario e autore di oltre 200 pubblicazioni su riviste internazionali, Giannelli è responsabile di numerosi progetti di ricerca in ambito nazionale ed europeo; rientrato in Italia dopo aver lavorato cinque anni in California, dal 2016 è direttore scientifico dell’I.R.C.C.S. ''Saverio De Bellis''.