Riceviamo e pubblichiamo una riflessione della nostra lettrice Antonella Pinoli. ''A volte mi chiedo dove sia finito il buon senso'', scrive.
A volte mi chiedo dove sia finito il buon senso, il senso di responsabilità e di appartenenza a una comunità. Mi chiedo, anche, dove sia finita la coscienziosità nel lavoro. Si potrebbero aprire tanti dibattiti, si potrebbero intavolare tante discussioni, molte questioni sono state già affrontate, ma se ne è persa memoria, sembra che tutto sia svanito.
Con ciò mi riferisco a quanto è successo, un sabato di fine aprile, lungo una delle arterie principali della nostra città - la provinciale per Turi - la strada che porta al nostro ospedale. Qui, una squadra di operai proveniente dal Nord-barese era intenta a tagliare l’erba, alta almeno un metro, a bordo strada; tutto ciò senza utilizzare nessun tipo di
segnaletica stradale per informare dei lavori in atto, le auto e i pedoni che sopraggiungevano.
Mi preme precisare che gli automobilisti e i pedoni avrebbero potuto anche essere colpiti dal pattume che fuoriusciva dalle sterpaglie falciate con l’energica forza di un tagliaerba professionale.
Ma non è finita qui. Le sterpaglie sono state lasciate e forse sono ancora lì, dalla squadra addetta al lavoro di pulitura, abbandonate nel punto in cui sono state divelte, mescolandosi così al mondezzaio preesistente costituito da cartacce, bicchieri di plastica e quant'altro lì giaceva, gettato da coloro che non tengono al bene comune.
La pioggia, poi, ha creato una melma appiccicosa a bordo strada, rendendo impresentabili i luoghi.
Mi sono chiesta e, pure, ho chiesto agli stessi operai intenti al lavoro, come non fosse possibile che una squadra di ''raccoglitori'' seguisse quella dei ''falciatori'', a vantaggio del decoro delle strade della nostra città e dell'igiene pubblica.
Perché non vi è la capacità di organizzare un lavoro a regola d’arte? Dov'è finito il buon senso? Il lavoro nobilita l’uomo, soprattutto se fatto bene.