La fede e il ricordo delle persone buone non hanno tempo.
Con una celebrazione presieduta dal vescovo della Diocesi di Conversano Monopoli monsignor Giuseppe Favale, domenica 25 settembre, alle ore 19:30, nella chiesa di San Leone Magno, si ricorderà padre Cosimo Mazzarisi, frate trinitario originario di Castellana-Grotte.
Una persona buona e disponibile, che ha servito Dio con grande umiltà. Classe 1922 e fratello del cavalier Marco Mazzarisi, Cosimo era stato ordinato sacerdote nel 1946. La sua passione per lo studio della filosofia e della teologia gli aveva permesso di conseguire i gradi accademici all’Università Gregoriana di Roma. Alla prima esperienza come insegnante a Gagliano del Capo (Lecce), si sostituì quella di parroco della chiesa partenopea della Madonna delle Grazie. Ma la sua instancabile vicinanza alla gente lo portò presto a realizzare una nuova chiesa parrocchiale - sempre a Napoli - dedicata alla SS. Trinità e persino una scuola elementare e media.
Pastore e brillante studioso, si cimentò nella ricostruzione della storia dell’Ordo Sanctissimae Trinitatis, pubblicando un saggio in occasione del settecentocinquantesimo anniversario della nascita di Giovanni De Matha, fondatore dell’ordine. Un grande riconoscimento giunse nel 1971, quando fu nominato ministro provinciale dei Frati Trinitari.
La vita, però, lo avrebbe presto strappato all’affetto e alla stima della gente: un incidente stradale, mentre tornava da Esperia (Frosinone), si rivelò fatale per lui e per i due chierici che lo accompagnavano. Cosimo si spense così, a soli cinquant'anni, in un giorno di primavera. Ma, se la vita umana è debole come un fiore che il vento può stralciare da un momento all’altro, le opere compiute restano a indicare il valore di quell’esistenza, anche se breve. A cent'anni dalla nascita, il nipote don Stefano Mazzarisi e i familiari hanno tenuto a organizzare una semplice funzione religiosa, coinvolgendo anche le comunità napoletane, alcune delle quali saranno presenti per ricordare il loro pastore. Una persona buona, come dicevamo, che Dio ha scelto come strumento del suo infinito amore.