Riceviamo e pubblichiamo, dal nuovo gruppo del MoVimento 5 stelle di Castellana-Grotte, comunicato relativo alla creazione di comunità energetiche e di autoconsumo collettivo.
Come nuovo gruppo del MoVimento 5 stelle di Castellana Grotte comunichiamo alla cittadinanza che in data 14 novembre c.a. abbiamo protocollato e consegnato presso la sede del Comune l’Istanza per la creazione di Comunità energetiche e di Autoconsumo collettivo.
Considerando che il costo elevato dell’energia elettrica, il cambiamento climatico, e il degrado ambientale rappresentano problemi connessi che danneggiano il cittadino da tutti i punti di vista, risulta dunque necessario il raggiungimento dell’indipendenza energetica dalle fonti fossili. L'evoluzione della tecnologia apre la strada a modelli innovativi di gestione dell’energia. In parallelo si assiste anche all’evoluzione del quadro normativo che punta alla centralità del cittadino consumatore/produttore (prosumer), al quale deve essere garantito un accesso più equo e sostenibile al mercato dell’energia elettrica.
Una risposta forte alle sfide energetiche ed ecologiche viene data dalla Commissione europea con “Il Green Deal europeo” individuando la strategia di crescita mirata a trasformare l'Unione Europea in una società giusta e prospera, dotata di un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall'uso delle risorse.
Al fine di sostenere il raggiungimento di tali obiettivi, nell’ambito del pacchetto “Clean Energy for all Europeans” (Energia pulita per tutti i cittadini europei), su proposta della Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno adottato la cd. RED II, le Direttive 2018/2021 e
944/2019 con cui si introducono le “Comunità di Energia Rinnovabile”, si definiscono le “Comunità Energetiche dei Cittadini” e si promuovono le configurazioni di Autoconsumo collettivo e di Comunità energetiche, il cui obiettivo è di permettere ai cittadini di creare forme innovative di aggregazione e di governance nel campo dell’energia per creare vantaggi per i singoli e la comunità, sia economici sia di qualità della vita, erogando servizi sul territorio.
Coerentemente agli indirizzi europei, l’Italia ha adottato il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) nel quale vengono individuati gli obiettivi da raggiungere per il 2030: la copertura del 30% dei consumi energetici finali lordi da energia da fonti rinnovabili, incluso il raggiungimento di una quota di energia da fonti rinnovabili nei consumi elettrici pari al 55% del totale; un target di efficienza energetica che prevede una riduzione dei consumi del 43% dell’energia primaria; la riduzione del 33% delle emissioni di gas a effetto serra in settori non inclusi nell’ETS (sistema per lo scambio delle quote di emissione) dell’Unione europea, mentre permane l’obiettivo di riduzione del 43% per i settori inclusi nell’ETS. Nell’ambito del PNIEC, tali obiettivi sono perseguiti anche attraverso la promozione dell’autoconsumo e delle comunità dell’energia rinnovabile.
La Commissione Europea raccomanda, inoltre, gli Stati membri di adottare misure adeguate ad affrontare la “povertà energetica” - determinata da una combinazione di basso reddito, elevata spesa per l’energia e scarsa efficienza energetica - una problematica che rischia di affliggere fino all’11% dell’intera popolazione dell’Unione Europea.
Considerando altresì che in attesa della completa attuazione della disciplina della Direttiva RED II, con le disposizioni contenute all'articolo 42-bis del decreto legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito con modificazioni dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8, l’Italia ha disciplinato in anticipo la fase di
recepimento rendendo possibile la condivisione dell’energia elettrica prodotta da impianti alimentati a fonti rinnovabili tra più cittadini.
La citata condivisione non era realizzabile in precedenza, in quanto sussistente il limite normativo per cui l’energia prodotta da un impianto alimentato da fonte rinnovabile dovesse essere auto-consumata al massimo dall’utente presso il quale l’impianto era installato.
Attualmente, in virtù delle novelle innanzi richiamate, i consumatori di energia elettrica potranno, quindi, associarsi per realizzare configurazioni di:
Autoconsumo collettivo, che potrà essere attivato da famiglie ed altri soggetti che si trovano nello stesso edificio o condominio, purché i soggetti diversi dalle famiglie non producano energia come attività principale;
Comunità energetiche, a cui possono partecipare persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, ubicati in un perimetro più ampio rispetto a quello condominiale, purché siano tutti collegati alla medesima cabina di trasformazione dell’energia di media/bassa tensione e la partecipazione alla Comunità di energia rinnovabile non costituisca l'attività commerciale e industriale principale.
In entrambi i casi, i consumatori di energia elettrica che si associano continuano a mantenere il diritto di scegliere il proprio fornitore e di recedere in qualunque momento dalla Comunità energetica o dagli auto-consumatori collettivi, e possono eventualmente individuare un soggetto delegato, responsabile del riparto dell’energia condivisa.
Ai membri che aderiscono alle configurazioni viene riconosciuto un beneficio diretto in termini di riduzione dei costi in bolletta di alcune tariffe.
Oltre ai benefici diretti, le configurazioni vengono sostenute anche da una tariffa incentivante individuata dal decreto ministeriale del Ministero dello Sviluppo Economico in attuazione del summenzionato articolo 42-bis. La tariffa è erogata per un periodo ventennale dal Gestore dei Servizi Energetici ed è strutturata per promuovere l’autoconsumo anche tramite l’impiego dei sistemi di accumulo.
Considerando l’effetto combinato dell’incentivo MISE, il beneficio diretto riconosciuto da ARERA ed il PUN (il prezzo all'ingrosso risparmiato dell'energia auto-consumata), si stima poter arrivare ad un valore di 150-160 €/MWh sull’energia auto-consumata da impianti a fonti rinnovabili. Trattasi di un
valore pari a oltre tre volte il prezzo normalmente pagato “all’ingrosso” dell’energia (circa 50 €/MWh), che spingerà, quindi, le configurazioni ad orientare i propri consumi in maniera virtuosa e sostenibile per massimizzare l’autoconsumo in loco.
L’articolo 119 del decreto legge 19 maggio 2020 n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 (c. d. Decreto Rilancio), in caso di riqualificazione complessa, che includa anche alcuni interventi sugli impianti o sull’involucro (identificati dalle norme come interventi trainanti), stabilisce che è possibile accedere alle detrazioni fiscali del 110% (c.d. Superbonus) anche per la realizzazione di impianti fotovoltaici (o di sistemi di accumulo) nel contesto di Autoconsumo collettivo e di Comunità energetiche, purché l’energia non auto-consumata o condivisa sia ceduta al GSE. Per gli impianti fotovoltaici che accedono ai Superbonus , la tariffa incentivante ricordata è riconosciuta sulla produzione dovuta alla potenza eccedente quella ammessa al Superbonus (pari a 20 kW di potenza).
Il summenzionato articolo ha, inoltre, introdotto ulteriori importanti novità: le configurazioni non costituiranno svolgimento di attività commerciale abituale, con una conseguente riduzione delle pratiche burocratiche necessarie alla loro implementazione e operatività; la detrazione fiscale del 50%
per gli impianti a fonti rinnovabili è estesa da 20 a 200 kW per un ammontare complessivo di spesa non superiore ai 96.000 euro - detrazione cumulabile con la tariffa incentivante.
Considerando ancora che i Cittadini, gli Enti pubblici e territoriali e le Pmi possono attivarsi collettivamente anche attraverso consistenti strumenti di incentivazione per sostenere la creazione di tali configurazioni; ciò abbatte le emissioni inquinanti e riduce i conseguenti impatti ambientali e
sanitari, fortemente presenti nei centri urbani; la riduzione dei costi in bolletta per i membri che aderiscono alle configurazioni può essere lo strumento efficace da impiegare per affrontare il problema della povertà energetica che colpisce in particolare le famiglie con disagio economico.
Attualmente, l’Italia si colloca alla 19° posizione, su 28, tra i paesi membri dell’Unione europea, nell’Indice europea di povertà energetica 2019 e il bonus energia elettrica e gas, erogato tramite sconto diretto in bolletta, risulta richiesto da appena il 30% degli aventi diritto e, comunque, non appare sufficiente, da solo e nella sua attuale configurazione, a risolvere interamente tale problematica. Essere "poveri energetici" o rischiare seriamente di diventarlo con forti difficoltà ad acquistare servizi minimi come elettricità e acqua calda e a riscaldare o rinfrescare correttamente le proprie abitazioni riguarda il 47% degli anziani e vista la situazione riguarderà anche molte famiglie;
gli Enti pubblici e quelli territoriali pertanto, dovrebbero essere promotori sui propri territori di competenza di politiche sociali attive che coinvolgono i cittadini nella promozione e partecipazione nelle diverse forme di configurazioni contribuendo efficacemente ad affrontare e ridurre la povertà
energetica tra i cittadini in particolare verso gli anziani. Potrebbero sostenere la creazione di configurazioni tra cittadini o tra enti e cittadini in cui gli impianti potrebbero essere realizzati dall’Ente anche su aree o coperture di edifici pubblici e l’energia prodotta condivisa. Ad esempio, si potrebbe realizzare una comunità energetica con un impianto installato sul tetto di una scuola utilizzando l’energia prodotta per la stessa e cedendo l’eccedenza ai cittadini membri della comunità.
Teniamo presente che gli Enti possono cumulare la tariffa incentivante anche con altri incentivi (come, ad esempio, quelli derivanti dal Fondo Kyoto, fondo efficienza e fondi di programmi europei).
Tutto ciò premesso e considerato, si invitano il Sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale a impegnarsi per quanto di competenza per:
- Promuovere, per le motivazioni riportate in narrativa, una fase conoscitiva pubblica tesa a valutare l’interesse delle utenze private e pubbliche presenti nel territorio comunale alla creazione di Comunità energetiche e di Autoconsumo collettivo, favorendo, così, la costruzione di una infrastruttura tecnologica abilitante distribuita, che potrà essere
efficacemente utilizzata anche per beneficiare degli ulteriori incentivi che saranno legati al recepimento da parte dello Stato italiano della Direttiva 944/2019;
- Costituire una Comunità Energetica Rinnovabile come progetto “pilota”, utile ad acquisire un adeguato livello di “Saper fare” o competenza tecnica da replicare ed
estende all’intera comunità, come è già avvenuto e sta avvenendo in diversi comuni Italiani e Pugliesi, in cui si sono utilizzate scuole a tal fine e che preveda l’impiego di aree o edifici di proprietà comunale e sostenga prioritariamente le forme di configurazioni che generano benefici diretti con la riduzione dei costi in bolletta, specialmente per i cittadini con maggiore disagio economico che ricadono o rischiano di ricadere nella condizione di povertà energetica;
- Creare apposito sportello o centro informazioni per la messa a disposizione dei cittadini delle informazioni necessarie a promuovere la creazione di comunità energetiche e sistemi di autoconsumo collettivo.