Riceviamo da Cinzia Valerio, consigliera di minoranza, in merito all'ultima seduta di Consiglio comunale.
L’ultima seduta di consiglio comunale è stata caratterizzata, nelle fasi preliminari, dall’ennesimo e quanto mai gratuito attacco verbale del sindaco Domi Ciliberti nei confronti della consigliera Cinzia Valerio, leader di “Castellana Vale” evidentemente rea di aver segnalato l’incongruenza della risposta del primo cittadino ad un quesito sulla biblioteca esposto nel Question Time in cui la consigliera rilevava la mancata partecipazione dell’amministrazione comunale o di qualsivoglia ente qualificato e incaricato dalla stessa ad un bando del Ministero della Cultura per finanziare le biblioteche.
La risposta del sindaco invece è stata relativa ad un altro bando al quale effettivamente non era possibile partecipare, cosa che la consigliera Cinzia Valerio ha sottolineato nell’espressione di insoddisfazione alla risposta ricevuta. Affermazioni che hanno scatenato il gratuito attacco del sindaco Ciliberti che ha appellato la consigliera come “ineducata” e affetta da perenne “frustrazione” e quindi ha colmato la misura e spinto la Valerio – sistematicamente oggetto di invettive verbali del sindaco in Consiglio sin dall’insediamento di oltre un anno fa – ad abbandonare l’aula.
«Premesso che sono stata ingiustamente accusata – racconta la consigliera – di ineducazione dal sindaco per aver parlato durante il suo intervento mentre in realtà stavamo commentando l’incongruenza della risposta con una collega consigliera, mi duole constatare come sistematicamente il sindaco, quando è a corto di argomentazioni, preferisca utilizzare la sgradevole polemica da campagna elettorale riconducendo alla sconfitta della nostra coalizione ogni risposta che invece è chiamato a fornire non a chi pone la domanda ma all’intera cittadinanza. Una storia che va avanti da oltre un anno e che non sono più disposta ad accettare».
Quella di abbandonare l’aula è stata così una decisione improvvisa: «Sono rammaricata dell’esser stata costretta a farlo – aggiunge la Valerio – anche perché avevo preparato una serie di domande da porre sul principale punto del consiglio, il Documento Unico di Programmazione (Dup) ma è stata l’unica possibilità dopo essere stata così maltrattata, ai limiti della violenza psicologica visto che si tratta di un comportamento reiterato in ogni seduta e che sta diventando oggettivamente insopportabile. Modalità ai limiti della decenza per le quali valuterò anche la possibilità di difendere i diritti dei consiglieri nelle sedi opportune».
Il merito della questione è, invece, cosi spiegato dalla consigliera: «Mi è dispiaciuto constatare la mancata adesione dell’amministrazione comunale al bando ministeriale che annualmente offre la possibilità ai comuni di rifornire le biblioteche – aggiunge Cinzia Valerio – così come bene hanno fatto ben 26 dei 41 comuni della provincia di Bari (Acquaviva, Adelfia, Alberobello, Altamura, diversi enti di Bari, Bitetto, Capurso, Casamassima, Cassano, Conversano, Corato, Gioia del Colle, Grumo Appula, Modugno, Mola di Bari, Molfetta, Monopoli, Noci, Noicattaro, Palo del Colle, Polignano a Mare, Putignano, Ruvo, Sammichele, Santeramo in Colle, Terlizzi).
Purtroppo il sindaco, non essendo a conoscenze dello specifico bando e nonostante avesse posto lo stesso quesito per almeno quattro volte durante l’amministrazione De Ruvo, si è affidato alla risposta pervenuta dal settore comunale ed ha lasciato inevasa la mia richiesta di chiarimenti. Errore da cui è scaturito il commento con la collega e l’increscioso attacco del sindaco». Nel secondo quesito posto a sindaco e giunta la consigliera ha posto l’attenzione sulla piscina comunale chiusa ormai da anni: «L’amministrazione De Ruvo – ha ricordato la consigliera – aveva ottenuto un finanziamento di 700mila euro nell’ambito di “Sport e periferie 2020” e previsto una compartecipazione di 50mila euro per risistemare la piscina comunale. In una delibera di fine luglio la giunta dava mandato di firmare la bozza di convenzione del dipartimento dello sport della presidenza del consiglio dei ministri pervenuta nello scorso mese di febbraio, ovvero dopo che sono decorsi 164 giorni. Evidentemente questa amministrazione, finora caratterizzatasi solo per lo sperpero nell’organizzazione di eventi, ha altre priorità».