Con la partecipazione alla Celebrazione Eucaristica e un piccolo momento conviviale, sabato I giugno si è concluso il secondo anno del doposcuola “ImpariAmo insieme” organizzato dalla Caritas Zonale e dall’Associazione Stalagma di Castellana-Grotte.
Partecipata la Santa Messa, così come la piccola festa allargata alle famiglie dei piccoli, ai quali è stato riservato un piccolo dono offerto da Playnet Service. Imponenti i numeri a consuntivo.
Da ottobre a fine maggio, per 150 giorni di attività, sono stati accolti e seguiti 26 minori, 18 bambini della scuola primaria e 8 ragazzi della media. I pomeriggi di studio e sostegno sono stati garantiti da circa 70 volontari di cui una ventina giovani studenti di scuola media superiore e universitari.
Fra i volontari sono state ben rappresentate tutte le categorie: liberi professionisti, docenti in pensione, docenti in servizio, pensionati, dipendenti, consiglieri comunali, casalinghe… Sono stati tanti i docenti delle scuole cittadine coinvolti sia nelle segnalazioni di chi ha avuto necessità del servizio sia nel monitoraggio costante dei risultati.
Continuo è stato il raccordo con il Centro di Ascolto Caritas e con i Servizi sociali del Comune di Castellana-Grotte per sopperire ad altre necessità delle famiglie.
Il servizio di doposcuola non si è limitato all’aiuto nello studio, ma è proseguito nella lotta alla povertà educativa nella sua interezza con la ricerca di opportunità formative. Borse di studio sono state messe a disposizione dal cuore grande del Gruppo Teatrale Amici Nostri, dell’Associazione Nino Rota, della scuola musicale a indirizzo bandistico Corbascio/Lanzilotta, del Basket Castellana, di Grotte Volley, di Atletica Castellana e di Materdomini Volley, di Calciomania grazie a L'allenatore dei sogni.
Questa preziosissima rete ha consentito ad alcuni bambini e ragazzi di sperimentare attività culturali e sportive, alla pari dei loro coetanei più fortunati.
In rete con la Caritas, inoltre, le varie associazioni coinvolte nel supporto ai minori hanno partecipato in diversi modi alla raccolta straordinaria di beni di prima necessità in prossimità delle feste natalizie. Le attività di sostegno allo studio si sono svolte nel Centro Parrocchiale de Il Salvatore «ma le attività non riguardano solo il nostro tessuto comunitario» sottolinea il parroco don Antonio Napoletano; «noi mettiamo a disposizione gli spazi perché siamo fortunati ad averli, ma il doposcuola accoglie minori provenienti da tutto il territorio cittadino. Non possiamo parlare di territori parrocchiali, perché il servizio non è fornito esclusivamente a chi fa parte delle comunità cristiane. Sono infatti diversi i minori accolti che appartengono a nuclei familiari che professano altre fedi, ma la cosa non ci disturba, anzi, ci pone dinanzi alle sfide della cristianità, qui i piccoli, tutti i piccoli, sono davvero “Fratelli tutti” come dice papa Francesco. Il ringraziamento maggiore va ai tanti volontari che hanno speso tempo ed energie in favore di questi piccoli, sono la fotografia migliore di una comunità che non lascia indietro nessuno».
Mesi intensi di studio e di supporto, hanno dato i frutti sperati, tutti i bambini e i ragazzi sono stati promossi. Con “la testa” si è già al prossimo anno scolastico. «Non è facile, è un’organizzazione certosina quella che mettiamo in campo. Ogni giorno proviamo a garantire un volontario per ogni ragazzo delle medie e un volontario ogni due bambini della primaria, ma le disponibilità non sono sempre tante da garantire questo tipo di supporto» commenta Rosa Ivone, presidente dell’Ass. Stalagma «l’invito è sempre valido, servono persone di buona volontà. Faccio l’esempio di una bambina arrivata dall’estero a gennaio scorso, mai scolarizzata nel suo Paese. Non sapeva tenere in mano nemmeno la penna, letteralmente. Non avendo frequentato la scuola d’infanzia e non avendo, quindi, praticato il pregrafismo, per lei era tutto difficilissimo. Le insegnanti l’hanno subito indirizzata al nostro doposcuola per avere un supporto al grande lavoro che doveva fare in classe. Dal non parlare l’italiano, dal non saper scrivere, in sedici mesi, parla, comunica e scrive in rigo di terza. È un gran lavoro, è un “miracolo”. E noi necessitiamo di collaboratori ai miracoli: non è necessario essere docenti, certo, averne sarebbe la situazione ottimale, ma possono bastare persone animate da tanta buona volontà, impegno e dedizione e per questi bambini e ragazzi, un volontario ben animato, è davvero meglio di niente. Il lavoro più impegnativo è sicuramente quello da fare con i ragazzi delle medie, ma non è una sfida impossibile.
Le porte sono aperte.