La visita del cardinale Pizzaballa a Castellana-Grotte, in occasione del settantesimo anniversario di sacerdozio del caro padre Pio d'Andola, ha generato entusiasmo ed emozione nella fraternità francescana del Santuario Madonna della Vetrana. Proprio da padre Pio d'Andola, ora, il ringraziamento più sentito a Sua Beatitudine e alla comunità tutta, che con tanto calore gli si è stretta attorno in occasione della messa solenne dello scorso sabato.
Non ero un mandriano, non ero un pescatore, ero un ragazzo vivace che amava girare per le campagne e per i monti di un paesello insignificante per i grandi della terra, a 735 sul livello del mare. E siccome Dio non sceglie i forti ma rende forti coloro che sceglie, stordito e commosso devo porgere la mia gratitudine.
Mentre avverto più vicino il momento di intonare il mio solenne Nunc dimittis, desidero esprimere i miei necessari, doverosi ringraziamenti.
A Dio, sommo e divino regista di tutte le attività umane, compresa la mia vocazione, il mio sacerdozio, il mio respiro quotidiano e l'evento di questa sera; prima perché, nonostante abbia superato abbondantemente gli anni segnati dalla Bibbia, Dio ha disegnato affidarmi altri innumerevoli tempi supplementari, insegnandomi anche a contare i giorni per giungere alla sapienza del cuore e a rafforzare l'opera delle mie mani e della mia mente, senza che io abbia mai potuto chiamare Dio qualsiasi opera dalle mie mani.
Ora ho coscienza che già nella fanciullezza mi dette un segno, allora avvertito come un gioco. Più tangibile la chiamata attraverso un sorriso di un giovane frate, che seguii, appena decenne, ancora per gioco e ancora inconsapevole del disegno divino. Deciso, con altri due confratelli, approdai avventurosamente al noviziato a rivestire questo saio che è stato il mio guscio, il mio passaporto, la mia protezione per muovere lieto il cammino sul passo nudo di Francesco fino a essere consacrato prete, sempre frate, ma non prete per me, soltanto per gli altri.
Gratitudine e amore filiale a Maria, la Madre speciale e regalo di Gesù, quotidiano approdo dell'animo, celeste materna preseuza nei momenti bui dell'animo e anche durante i capricci delle stagioni.
Gratitudine ai miei biblici genitori.
Mamma Loreta: per sua ninna nanna che mi cantava e poi mi insegnò, Tota pulchra es Maria, le sue mani mi hanno guidato a tracciare il segno di croce, mi insegnava il coraggio per la reale presenza di Dio; nelle rare soste in famiglia, già sacerdote, pretendeva lavarmi i piedi con la scusa di non sporcare le lenzuola, ma lo faceva in ginocchio chiudendo ogni tanto gli occhi, credo pregando. E sento ancora palpitarmi l'animo.
Papà Pasquale, da cui ho imparato a balbettare i primi salmi in latino quando nella famiglia si recitava ogni sera il De Profundis, al suono della campana di notte. Già ai 5 anni ci raccomandava fiducia in una certa Provvidenza che lo aiutava a pagare le fatture del negozio, che io credevo fosse una zia danarosa. Ed ecco a lui il grato affettuoso riconoscimento per avermi insegnato ad affrontare sacrifici e avvenimenti con la fede e la fortezza dei giusti, fmo a diventare lui stesso in questo Santuario nei suoi ultimi 18 anni, umile e fratello sagrestano.
Gratitudine commossa alle sorelle, cugine e nipoti qui presenti, che mi hanno inseguito con un angelico affetto così insistente da ritenermi già canonizzato.
Gratitudine ai tanti confratelli conosciuti e amati che mi hanno regalato la saggezza della letizia francescana, soprattutto quel frate del sorriso, che mi ha soggiogato a seguire con pazza gioia il passo nudo di Francesco, e tutti quanti mi hanno dato fiducia.
A questa intera Provincia Religiosa, qui rappresentata dal Ministro Provinciale P. Alessandro Mastromatteo, che mi ha permesso e facilitato l'operoso percorso operativo di frate e di presbitero qui e sulle orme di Gesù in Terra Santa.
Alle migliaia di pellegrini che mi hanno facilitato di vivere la gioia della mia chiamata sulle rive del lago di Galilea, ai frati qui presenti, in particolare i frati della mia comunità formanti un quartetto di gioiosi menestrelli,
Alla fedele comunità castellanese qui numerosamente rappresentata, per l'esperienza cinquantennale tra i bambini del Cantabimbi, che sono stati i miei migliori maestri, i ragazzi, i giovani, i malati, gli anziani, i poveri.
Gratitudine, a nome mio personale e della fraternità al nostro Vescovo Mons. Giuseppe Favale, per la sua presenza e l'affetto che sempre dimostra per noi.
A tutti i sacerdoti della zona pastorale di Castellana e ai Sacerdoti e religiosi convenuti Alle Autorità civili e militari presenti,
All'Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme come Delegazione della Diocesidi Conversano Monopoli.
A quanti hanno generosamente hanno collaboratp -per l'organizzazione di questo avvenimento, in modo particolare i membri dell'OFS, i tanti generosi volontari del Santuario che mai fanno mancare il loro supporto, al Co.mitato Feste Patronali per la collaborazione data in questa circostanza e l'amore per la nostra Patrona, la Madonna della Vetrana.
Particolare gratitudine alla Corale del Santuario unitamente alla Corale S. Giovanni Battista di Turi e al personale del servizio liturgico che hanno animato questa Liturgia;
Alla emittente televisiva Tele Dehon che ha permesso la diffusione dell'evento. Infine: nel ricordo della tenerezza e commozione vissute lungo i tanti percorsi sui passi di Gesù, ammirando l'opera dei francescani della Custodia, per poi incontrare questo fratello Cardinale: prima frate Pierbattista studente presso lo Studium Biblicum Franciscanum, e ivi Professore, e poi Custode di Terra Santa, in abito marrone francescano che, appena eletto nel 2004, mi scriveva questo augurio per il mio 50° di sacerdozio "In occasione del tuo anniversario sacerdotale tutti i fratelli della Custodia ti sono vicini in questo momento particolare e importante. Tutti ti siamo riconoscenti per quanto hai fatto e continui a fare per la Terra Santa. Continua ad insegnarci a cantare, non solo in chiesa, ma anche nella vita, e a restituire con gioia al Signore quello che dal Signore riceviamo. Tu lo fai da sempre, anche qui in Terra Santa, nonostante i tempi difficili, per ringraziare insieme il Signore per averci donato un fratello così caro e prezioso!" ... fm qui in abito marrone. E poi fratello Patriarca con abito nero e quindi Cardinale in abito rosso, augurandomi di vederlo ancora al mio centesimo anno, qui a Castellana, in abito bianco. Amen alleluia!
fra Pio d'Andola