Riceviamo dal Comitato Scientifico Multidisciplinare Indipendente presieduto da Giorgio Doveri notizia dell'audizione alla Camera dei Deputati - Commissione Agricoltura, sul tema ''Indagine conoscitiva Xylella''.
La Commissione Agricoltura, infatti, in merito all'indagine conoscitiva sull’emergenza legata alla presenza del patogeno Xylella fastidiosa nella regione Puglia, lo scorso tre luglio ha dato luogo, in videoconferenza, all'audizione di Franco Nigro, docente di patotologia vegetale presso l'Università degli studi di Bari, Francesco Porcelli, professore associato di entomologia generale applicata presso l'Università degli studi di Bari e Marco Nuti, professore emerito presso l'Università di Pisa e professore affiliato presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
"Il 3 luglio 2024, alle 13:30 presso la Camera dei Deputati, la convocazione della XIII Commissione (Agricoltura) in uno scambio in videoconferenza ha potuto ascoltare i pareri dei relatori convocati all'interno di un'indagine conoscitiva sull'emergenza legata alla presenza del patogeno Xylella fastidiosa nella regione Puglia", comunicata Giorgio Doveri.
"Tra i relatori, anche il professor Marco Nuti, professore emerito presso l'Università di Pisa e professore affiliato presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, nonché membro del Comitato Scientifico Multidisciplinare Indipendente (CSMI) che da anni si dedica allo studio del Codiro ed alla ricerca delle cure sugli olivi colpiti dal Codiro, in alternativa alle eradicazioni. Secondo i relatori, è ormai evidente che sia diffusa tra i ricercatori l'evidenza, suffragata dalle ultime ricerche e osservazioni, che vi siano reali possibilità di cura degli ulivi con sintomi di disseccamento (dato sottolineato anche dall'altro relatore prof. Porcelli), e che l'approccio finalizzato all’eradicazione del batterio non sia più realistico".
Continua Doveri, "La narrazione dei media e di gran parte degli organi di informazione, negli anni, si era mantenuta negli anni fedele al mantra dell’ “emergenza”, dell’ “assenza di cure efficaci”, dell’espianto come “unica soluzione possibile” per l'eradicazione del batterio (concetto peraltro scientificamente impossibile). Soluzioni finali e uniche, proposte sin dall'inizio e ancor oggi vigenti, dagli organi competenti - Assessorato Regionale all'agricoltura, Osservatorio Fitosanitario Regionale, e applicate con determinazione, quanto con sempre minore lucidità scientifica, dall’ARIF, e accolte con preoccupazione, quando non con aperta contestazione, dagli operatori del settore. Ci sono voluti anni, il passo sicuro della natura e il lungo, duro e purtroppo silenziato lavoro di tanti che sul campo e nell'analisi di laboratorio, hanno spinto per trovarne altre, di soluzioni. Ma alla fine le soluzioni sono arrivate. Visibili, documentabili, ineccepibili, come da documentazione previamente consegnata alla Commissione da parte degli studiosi ascoltati. Gli ulivi secchi un tempo, scampati all'espianto e curati con protocolli che mirano a ricostituire il microbioma della pianta, a disinfettarla dalle numerose aggressioniu patogene di funghi, batteri, insetti, nematodi ecc, ora si presentano rinvigoriti, produttivi, e, in un mare di grigia indifferenza e tristezza, sono testimoni verdi e vegetanti del fatto che curare è la soluzione. È questa in sostanza la conclusione dello studio di circa 30 pagine del prof. Nuti, presentato in Commissione, e che sarà messo a disposizione dei nostri parlamentari alla Camera dei Deputati. Nuti ha sottolineato la presenza di una multifattorialità nella patologia (desalinizzazione dei terreni, virulenza di altri patogeni, in sostanza un quadro sindemico e non epidemico del fenomeno del disseccamento, ecc.): lo studio suggerisce dunque l’inevitabile incongruenza di fondo della ratio delle misure preventive e degli interventi messi in campo finora dalle Istituzioni, e cioè la lotta, il contenimento dell'infezione e della trasmissione del batterio. Vengono presentati al contrario i risultati positivi di tutta una serie di protocolli che, è il caso di dirlo, hanno dato i frutti sperati. Con un significativo contributo fotografico, lo studio getta finalmente una nuova luce sulla gestione della patologia di cui soffrono le piante d'ulivo, proponendo in modo dettagliato e sistematico, soluzioni davvero efficaci e comprovate da una realizzazione in campo, anche in area infetta: piante date per “spacciate” ora pienamente rivegetanti e nuovamente produttive; i diversi protocolli di cura sono stati applicati in differenti contesti, ma in varia misura sono risultati tutti validi. È tempo di fare un bilancio e prendere una posizione - anche e soprattutto a livello normativo: è tempo di bloccare gli inutili espianti, l'errata filosofia di fondo dell'impossibilità di cura fatta propria dalla macchina antixylella regionale".
E conclude "Sarebbe auspicabile invece un processo di gestione della patologia tesa a minimizzare gli inconvenienti, e che i legislatori abbiano la lucidità di considerare chiusa una fase di “distruzione controllata” di tutta un'economia, per aprirne un'altra, fatta di convivenza col batterio e di gestione seriamente controllata del territorio e di tutela e cura del patrimonio olivicolo".
(Sopra, foto di ulivi con xylella, trattato e recuperato)