Riceviamo, da un'alunna della Scuola secondaria di I grado ''Silvia Vitebo'' di Castellana-Grotte, a commento delle attività svolte in occasione del 25 novembre, data riconosciuta a livello globale quale "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".
Non tutti gli uomini, ma tutte le donne.
L’amore ha mille volti, ma non bisogna confonderli con qualcos’altro.
L’amore fa impazzire il cuore, fa svolazzare le farfalle nello stomaco.
L’amore è il primo pensiero appena svegli e l’ultimo prima di addormentarsi.
L’amore è un’emozione unica, che si può capire solo vivendola.
L’amore è desiderio e passione.
L’amore è un incantesimo, fa vivere in un mondo fatato, quasi surreale. E per quanto sia bella la magia, in certi casi è necessario mettere a fuoco la persona che si ama.
“Dove vai vestita così? Vai a cambiarti”
“Leggi il giornale? Ma lascia stare, tanto tu non capisci niente”
“Mi fai vedere con chi sei?”
“Perché gli hai sorriso in quel modo?”
“Stasera non puoi uscire”
“Con chi stai parlando?”
“Fammi vedere il telefono”
“Tu non metti più piede fuori casa!”
Questo non è amore, questa è violenza e può portare a togliere e perdere la vita.
Oggi, 25 novembre, abbiamo dato voce a tutte le vittime di femminicidio che, in silenzio, sopportano ciò che non dovrebbero mai vivere. Oggi abbiamo deciso di farci sentire, con uno spettacolo a cura delle classi 2^A, 3^C e 2^C e con il contributo delle nostre docenti.
La prima a parlare è stata la professoressa Ivone, spiegandoci con chiarezza il significato di questa giornata.
“Se un uomo uccide la sua ricca madre, solo per ottenere tutta l’eredità, è omicidio.
Se un uomo investe una signora che attraversa la strada, è omicidio.
Se un uomo avvelena il pasto di una donna, è omicidio.
Ma quindi, perché è stato scelto un termine specifico: il femminicidio?
Il femminicidio è un particolare tipo di violenza: è la violenza sulle donne in quanto donne.
Un esempio è quello di Giulia Cecchettin, avvenuto l’anno scorso. Un ventenne ha tolto la vita alla sua ex-fidanzata Giulia perché non riusciva ad accettare la loro rottura. Capita che i rapporti finiscano: ci si può lasciare a venti, trenta, sessant’anni. Ma bisogna accettarlo. Che gusto c’è, poi, stare con una persona che non ti vuole?
Quindi, voi, ragazzi, accettate la fine di una relazione, affrontatela con maturità. E voi, ragazze, abbiate il coraggio di lasciare, di parlare, di dire basta!”
Le parole della professoressa sono arrivate dritte al cuore. L’amore non è violenza, non si può aver paura della persona che si ama.
A seguire ci siamo esibiti noi della II A, con la canzone di Vinicio Capossela e Margherita Vicario, intitolata “La cattiva educazione”.
Le parole profonde, il ritmo incalzante, l’alternanza di coro, solista e recitazione di questo pezzo hanno sicuramente lasciato il segno nel cuore di ciascuno di noi!
La canzone denuncia una società che ignora le ingiustizie come la violenza sulle donne, l’amore solo in apparenza, dando colpa alla cattiva educazione. L’educazione che ci insegna a vedere l’amore come un sentimento che ci rende schiavi dell’altro, e non come un sentimento puro, che nasce alla base del rispetto reciproco.
Quindi è stata la volta della III C, che ha presentato un video realizzato l’anno scorso con la professoressa Mazzarisi.
Il filmato è breve, ma molto significativo, perché insegna come distinguere il vero amore da quello tossico, quello che lascia ferite profonde e incolmabili all’anima, quello che ha alla base il possesso, la manipolazione, la prigionia.
Infine, si è esibita la II C con una canzone di Ermal Meta, scelta insieme alla professoressa Laera: Vietato Morire. Ermal Meta ha scritto questa canzone ispirandosi alla sua storia, in quanto lui e sua madre hanno subito violenza ripetuta da parte del padre. Il cantante sottolinea più volte che bisogna disobbedire, non dobbiamo essere in mani sbagliate, perché siamo esseri umani ed è vietato morire per questo. I compagni hanno prima scandito ogni frase del testo in inglese, simulando una scena con duplice significato: il bullismo e la violenza sulle donne.
Poi abbiamo cantato tutti insieme la canzone in italiano, concludendo questa esperienza con emozione e riflessione.
Oggi ho capito tanto. Ho capito che la violenza sulle donne è inaccettabile.
Ho capito che non bisogna tacere.
Ho capito che l’amore è un’emozione pura, non deve provocare ferite interne, invisibili e incurabili.
Essere innamorati non vuol dire annullare se stessi e l’amore non lascia lividi.
Miriam De Pinto
Classe II A
Scuola Secondaria di I grado "Silvia Viterbo"