Nell’ambito del programma DM65 STEM, le docenti Teresa Romano e Antonella Pellegrini dell’Istituto Comprensivo "Tauro - Viterbo" di Castellana-Grotte hanno condotto un progetto coinvolgente e innovativo intitolato “Guarda che è vero”, rivolto agli alunni delle classi quarte.
Un percorso suddiviso in due moduli distinti – “Guarda che è vero 1” e “Guarda che è vero 2” – pensati per permettere a due gruppi di 12 bambini ciascuno di vivere un’esperienza laboratoriale intensa e partecipata.
L'approccio: il Tinkering come metodologia attiva Il cuore del progetto è stato il Tinkering, una metodologia che ha rivoluzionato l’approccio all’insegnamento delle discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).
Il termine inglese tinkering significa “armeggiare”, “provare”, “mettere le mani in pasta”. Ed è proprio questo lo spirito che ha animato i laboratori del progetto.
Ogni incontro iniziava con l’apertura della “scatola del Guarda che è vero”: all’interno, un prototipo funzionante e tutto il materiale necessario per ricostruirlo.
Dopo una breve osservazione, i bambini si mettevano subito al lavoro: costruivano, sperimentavano, ipotizzavano, sbagliavano e correggevano, sempre in gruppo. Il tutto accompagnato dalla spiegazione della legge fisica o chimica che permetteva il funzionamento del prototipo.
Un approccio informale ma rigoroso, che ha messo al centro la manualità, la curiosità e il pensiero critico. Gli alunni hanno potuto confrontarsi con sfide creative che andavano dalla costruzione di piccoli meccanismi a reazione a catena, a circuiti elettrici realizzati con materiali di recupero.
Materiali semplici, idee grandi
Uno degli aspetti più affascinanti del progetto è stato l’utilizzo di materiali comuni e facilmente reperibili: scatole di cartone, cannucce, fili di rame, elastici, bicchieri, fogli, tappi. Ogni oggetto diventava potenziale ingranaggio di una scoperta, e ogni
prototipo raccontava una legge della natura in modo tangibile.
Il gioco e la sfida hanno accompagnato ogni attività, trasformando le ore di laboratorio in momenti di entusiasmo condiviso e apprendimento profondo.
La dirigente, Carmela Pellegrini, ha espresso grande soddisfazione per il progetto: “‘Guarda che è vero’ è un esempio concreto di come si possa fare scienza con le mani e con la mente, partendo dalla meraviglia. I bambini hanno imparato facendo, sperimentando in prima persona e scoprendo che dietro ogni gioco c’è una legge che regola il mondo. Un ringraziamento speciale alle docenti Teresa Romano e Antonella Pellegrini, che con passione e creatività hanno guidato questo percorso”.