Incontro con l'autore per i piccoli dell'Istituto Comprensivo Angiulli-De Bellis.
Nella mattinata del 17 marzo 2014, nei locali della Scuola Secondaria di I grado De Bellis di Castellana-Grotte, gli alunni delle classi quarte del plesso di scuola Primaria Angiulli hanno avuto potuto incontrare l’autore del libro letto con le proprie insegnanti nell’ambito del progetto lettura Libranch’io.
Giuseppe Bordi, che lavora da anni come esperto di scrittura creativa nelle scuole primarie di primo e di secondo grado di Roma ed autore di testi narrativi e teatrali, ha affascinato, sin dai primi minuti di questo incontro tanto atteso, alunni e insegnanti. I bambini si sono tanto divertiti a scoprire che ‘scrittore’ è una parola che frullava nella testa del Bordi, da quando aveva cinque anni. Non sapeva scrivere, non sapeva cosa fosse uno scrittore, ma se qualcuno gli chiedeva: “Cosa vuoi fare da grande?” lui, si alzava sulle punte, gonfiava il petto e dichiarava: “Lo scrittore!”.
E poi ancora ha raccontato: “Alla fine del liceo ho scritto “Un letto da rifare”, il libro che avrebbe rivoluzionato la narrativa in Italia e nel mondo, un capolavoro assoluto. L’ho spedito ai grandi editori e nessuno lo ha voluto pubblicare. L’ho messo in un cassetto e me ne sono andato a frequentare l’università. Mi sono appassionato alla lettura e così in due anni ho letto oltre cento romanzi (cosa rilevante se si pensa che nei diciotto anni precedenti ne avevo letti a malapena cinque). Leggendo ho imparato a conoscere i romanzi e quando ho riletto il mio mi sono accorto che più che un letto da rifare era un libro da rifare e l’ho buttato nel cestino. Quel giorno ho capito una cosa importante: scrittori non si nasce, scrittori si diventa. E se volevo fare lo scrittore, dovevo studiare da scrittore. Ho lasciato l’università e mi sono chiuso in cameretta per otto anni, otto ore al giorno. E mentre i miei genitori si convincevano che il mio cervello avesse perso qualche rotella, io leggevo romanzi di successo, li sottolineavo, li scomponevo, prendevo appunti. E a ventotto anni ho scritto Attentato in Parlamento che è stato pubblicato ed è arrivato fino al Premio Strega. Era un sogno che si realizzava. A trent’anni ho scritto il mio primo libro per bambini La battaglia delle liste… Avevo avuto però la presunzione di scrivere per un pubblico che non conoscevo. Così sono andato a conoscerlo nelle scuole e me ne sono innamorato. Da allora non ho più smesso di stare in mezzo ai bambini: ho insegnato loro, ho imparato da loro e insieme abbiamo inventato tante storie”.
Mila e il cerchio magico, libro letto dagli alunni delle classi quarte dell’I.C. Andrea Angiulli, parla di una ragazzina di dieci anni che ha sostituito le bambole e i giochi da bambina con le tecnologie e i videogame. Quando scopre che il suo cane, un chihuahua ciccione di nome Achille, è scomparso, si mette a cercarlo e scopre che è finito dentro al suo videogioco preferito, Giogatto. Con il proprio intuito e con l’aiuto di sua zia Lisa, uno scienziato che ha studiato i quattro elementi della natura, riuscirà a creare il cerchio magico e ad entrare nel gioco. Per salvare Achille e sopravvivere, dovrà affrontare i nemici che tante volte ha sconfitto al sicuro della sua cameretta, nelle sue innumerevoli scalate all’ultimo livello del gioco. Topobeso, Rattocotto, Topastraccio, Toponoto, Topodopo e, infine, il pericolosissimo Razzoratto cambieranno per sempre la sua vita e la sua visione del mondo e Mila non sarà mai più la stessa.
Il libro prende spunto dalla convinzione di molti studiosi che, se si riuscisse a mettere in equilibrio le energie dei quattro elementi – Fuoco, Acqua, Terra ed Aria - si riuscirebbe a riprodurre l’elettricità statica, a fermare il tempo e lo spazio e a creare il cerchio magico, un portale verso altre dimensioni. I ragazzi hanno dunque compreso che questo meraviglioso libro vuole essere una critica all’uso eccessivo dei videogiochi, che rapiscono la mente, e un elogio della natura che, sotto forma dei quattro elementi, riesce a liberarla.