Ha lasciato veramente il segno. Questa la frase ricorrente nei commenti degli amici più cari e dei tantissimi estimatori di Antonello Galdi, indimenticato centrale della Materdomini, prematuramente scomparso.
Nato a Battipaglia il 7 aprile del 1977 e deceduto a Monopoli il 17 aprile 2020, Antonello Galdi, ha giocato a Castellana Grotte dal 2003 al 2006, tra B1 ed A2 conseguendo anche una storica promozione.
Dopo le prime esperienze in A2 ed un campionato in A1 a Parma è arrivato in Puglia ed, escluso il campionato 2006-2007 a Spoleto, non l'ha più lasciata passando per Turi, Alberobello, Fasano, Ostuni, Gioia del Colle, Mottola. Stava vivendo una nuova avventura come allenatore delle giovanili a Monopoli, dove aveva creato una nuova società, ed a Monopoli è deceduto in solitudine, senza il conforto di amici e famigliari per le restrizioni della pandemia in atto.
"Ci siamo ripromessi, noi tutti suoi compagni ed amici, di realizzare qualcosa in sua memoria non appena sarà possibile. Al tremendo dolore che ci ha colpito, si è anche aggiunto il dramma per non averlo potuto salutare". A parlare è Bruno De Mori, suo collega di reparto nella Materdomini ed attuale direttore sportivo della BCC New Mater.
Oltre a quella di De Mori, abbiamo raccolto le testimonianze del suo compagno di sempre Enrico Libraro e di Michele Miccolis, presidente della Materdomini e vicepresidente della Lega volley maschile.
Bruno De Mori: "Sapevamo quello che stava passando, gli eravamo vicini. Lo davano per spacciato, ma lui non si è mai arreso. Noi eravamo abbattuti quando ci recavamo a visitarlo e si arrivava al paradosso che era lui a tirare su il morale a noi. Una persona speciale e dispiace non averlo potuto salutare tutti insieme. Negli ultimi giorni era a Monopoli, dopo essere stato a Castellana per le ultime sedute di chemio e ricordo che lui, scherzandoci su, faceva notare che l'avevano sistemato in un letto da un metro e ottanta, lui alto quasi due metri. Chi lo visitava andava via con una nuova speranza, perchè trasmetteva ottimismo. Il periodo in cui abbiamo giocato insieme a Castellana è stato tra i più belli della mia carriera. Lui era il principe nel nostro gruppo, bello, capelli ricci e scuri, scuro di carnagione, sempre sorridente. Un grande amico per tutti".
Enrico Libraro, il suo amico di sempre: "Una notizia devastante. Credevamo che potesse farcela, perché lui era un guerriero. Con la sua tenacia e la sua forza ha dato l'esempio a tutti. Gli avevano dato pochi giorni di vita, ma lui ha resistito altri due mesi. Una persona alla quale piaceva vivere, accontentandosi delle piccole cose. Sempre positivo, col sorriso e non lo dico solo io, di lui non si può che parlare positivamente. Con lui abbiamo fatto innumerevoli battaglie e l'anno più bello è stato proprio quello della promozione in A2 con la Materdomini, dove non perdemmo neanche una partita. Era anche molto socievole e simpatico, cito solo un episodio. Eravamo a Squinzano per una finale playoff. Era giugno ed il campo era molto scivoloso per la condensa. Era l'ultimo set, la posta era altissima ed eravamo punto a punto e lui scivolò. Noi ingenuamente gli chiedemmo di far finta di non potersi rialzare per avere la partita vinta, cosa che non sarebbe mai potuta accadere, ma eravamo poco credibili e lui non era capace di mentire e così iniziammo a ridere. Lui era così, un buono. Una sua debolezza? aveva il vizio di mangiare un Duplo prima di andare a dormire. Non ne poteva fare a meno e noi lo prendevamo in giro per questo".
Michele Miccolis: "Aveva un bellissimo carattere, un bel temperamento, insomma un bravo ragazzo. È arrivato in Puglia con noi e da allora non l'ha più lasciata perchè ha trovato persone che come lui amano la socialità. L'ho seguito fino agli ultimi giorni e mi piangeva il cuore vederlo così, ma lui aveva una forza d'animo eccezionale. Era un ragazzo col quale siamo stati bene, il rapporto è sempre stato molto cordiale. Ci siamo visti anche per la sua nuova attività con le giovanili perchè in linea con la nostra peculiarità. Si è rivolto a noi per cercare di fare qualcosa insieme e naturalmente gli ho dato la massima disponibilità. Si faceva voler bene da tutti e lo dimostra la marea di persone che lo stanno onorando. Ciò accade solo se una persona lascia veramente il segno".
Nella foto sotto, Antonello Galdi e Bruno De Mori
Antonello Galdi ed Enrico Libraro