Da Castellana-Grotte a Matera per rappresentare uno dei simboli del rinascimento visto dal mezzogiorno d’Italia.
Il San Pietro di Aurelio Persio, scultura custodita nella chiesa matrice di Castellana-Grotte, è una delle cinque opere rinascimentali che rappresenta la Puglia nell’ambito della mostra “Rinascimento visto da Sud” protagonista di “Matera 2019 capitale europea della cultura” dal 19 aprile fino al 19 agosto nella splendida cornice del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata “Palazzo Lanfranchi”.
La scelta dell’opera custodita nella chiesa matrice di Castellana-Grotte era già ricaduta alla vigilia della nomina di Matera a Capitale Europea della Cultura. La cittadina lucana aveva infatti sollecitato una valorizzazione dello scultore, avendo lo stesso lavorato nella cattedrale di Matera prima di stabilirsi a Castellana, e del sito artistico aureliano che la chiesa di San Leone Magno di Castellana-Grotte rappresenta. La produzione artistica dello scultore, attraverso la quale si rivela la sua grande esperienza, la troviamo ancora oggi in molti luoghi sacri pugliesi e lucani. Nella chiesa di matrice di Castellana-Grotte, in particolare, innalzò lo spettacolare polittico, posto in fondo al presbiterio, che è oggetto in questi mesi di una ricomposizione e riqualificazione.
L’opera del Persio è affiancata da più di 180 opere che provengono dai più prestigiosi musei italiani ed europei, e sono il simbolo di una cultura eclettica, che non dimentica le sue origini: i ritratti e le sculture si alternano a mappe e portolani che rimandano ad una cultura fatta di scambi e contaminazioni, il punto d’incontro tra il Rinascimento ed il Mediterraneo.
Lo scorso 22 giugno l’assessore alla Cultura Vanni Sansonetti, i consiglieri comunali Patrizia Caforio ed Emilio Sansonetti e l’arciprete Don Vito Castiglione Minischetti sono stati accolti presso la mostra dalla Funzionaria e storica dell’arte, registrar/organizzatore della mostra, Mariagrazia Di Pede.
L’obiettivo della esposizione è quello di dimostrare che il Rinascimento non è solo affare del centro e del nord, provando a cambiare prospettiva partendo dalle sponde del Mediterraneo, da sempre incrocio di culture e di civiltà, di gente e di arti. La mostra a cura di Marta Ragozzino, Pierluigi Leone de Castris, Matteo Ceriana e Dora Catalano, presenterà una rilettura inedita su uno dei periodi più floridi del nostro Paese. Aurelio Persio si inserisce perfettamente anche in questa prospettiva avendo avuto contatti diretti con Michelangelo. Alcuni storici, infatti, lo hanno individuato come possibile discepolo di uno dei più grandi protagonisti del rinascimento italiano. A testimoniarlo una stampa del settecento che parlava di probabili contatti fra le maestranze della cattedrale materana, dove l’artista lavorava col più noto fratello maggiore Altobello, e alcune scuole scultoree romane facenti capo a Michelangelo.
Per il trasferimento dell’opera, avvenuto lo scorso 15 aprile, si è reso necessario l’intervento di diversi macchinari e di una ditta specializzata. Il trasferimento è stato effettuato a cura di Francesca Vescera, restauratrice specializzata in materiale lapideo della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari, la castellanese Daniela De Bellis, funzionaria e responsabile dei Beni Artistici e Storici territoriali della S.A.B.A.P-BA ed Elisabetta Giani fisica dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma.
“È stata una mattinata davvero emozionante" – ha dichiarato a margine della visita l’assessore comunale alla Cultura Vanni Sansonetti – "vedere una statua che è impressa nei ricordi di tutti i castellanesi valorizzata attentamente da tutti coloro che hanno organizzato la mostra e chi ha curato il trasferimento è stata un’esperienza molto stimolante. Non dobbiamo sottovalutatale l’inestimabile valore storico, artistico e culturale di questa opera del Persio. Vedere una statua di Castellana Grotte inserita nel contesto di Matera capitale europea della cultura 2019 è motivo di orgoglio per tutta la nostra comunità e per l’intero Mezzogiorno d’Italia sulla linea di quello che è l’obiettivo principale della mostra, ovvero, non legare il Rinascimento solo al centro e al nord della nostra nazione. Dobbiamo proseguire nel lavoro di valorizzazione di tutte le opere del nostro paese per accrescerne l’interesse agli occhi dell’intero territorio”.