Nicola Pagano, il nostro concitadino "pazzo per la danza", ha intervistato l'étoile castellanese Martina Fanelli. Ecco che gli ha raccontato.
Martina Fanelli, venticinquenne, è una delle eccellenze di cui può godere Castellana-Grotte, sua città natale. Figura eterea, corpo esile, statura media, è l’incarnazione perfetta della danzatrice classica, in particolare di Balletto.
Cresciuta nella prestigiosa scuola di danza Artinscena di Annalisa Bellini, nella quale fa il suo ingresso all’età di 4 anni. Il feeling che lega Annalisa a Martina è di quelli che durano una vita. La incontro alla vigilia dell’ennesimo viaggio di lavoro negli Stati Uniti, dove firmerà un contratto della durata di 3 anni. La sua casa e il suo palcoscenico sono il mondo: è questo il destino di tutte le étoile. Il nostro colloquio cercato e cordiale ha subito inizio, senza preamboli.
Martina, ci vuoi tratteggiare gli anni e i luoghi della tua Formazione?
"Fino ai sedici anni sono presso Artinscena, dopo anche a Bari, allieva di Domenico Iannone. Nell’estate seguo corsi di approfondimento con Silvia Humaila e con i docenti del "World Dance Movement", tra i quali, Clarissa Mucci, Desmond Richardson, Igal Perry, Anbeta Toromani. Dopo la maturità scientifica ho partecipato alla selezione presso il Teatro dell’Opera di Roma per l’iscrizione all’ultimo Corso di danza accademica, conseguendo l’Attestato di perfezionamento Coreutico biennale. A questo punto, inseguendo il sogno di ogni ballerina, mi sentivo pronta per la grande avventura a New York, dove ho preso lezioni con i ballerini dell’American Ballet e fatto audizioni per trasferire la mia passione per la danza in attività di lavoro".
Questa estate sei stata chiamata in Svizzera, a Berna, per un evento di danza. Quale e in che ruolo?
"Sono stata due mesi in Svizzera come ballerina ospite, inviata dalla mia compagnia americana, presso l’American Swiss Ballett, per dare lezioni di danza classica, moderna, contemporanea e repertorio classico nel corso intensivo estivo. Questo passaggio era necessario per rinnovare il visto di soggiorno negli Stati Uniti. Contemporaneamente all’attività d’insegnamento, ho partecipato a spettacoli di danza contemporanea. Precedentemente sono stata cinque mesi a Dubai insieme ad altre 5 ballerine italiane, nell’ambito di un evento d’arte e cultura mondiale, in rappresentanza del settore danza. Tenevamo spettacoli quotidiani, ma non sentivo la fatica. Ora torno a New York".
Sei stata anche un mese a Mosca, la patria del Balletto per eccellenza, ospite di Bol'šoj Ballet Accademy. Quale emozione ti ha dato esibirti sul palcoscenico del grande Vaslav Nijinsky?
"Ho provato un’emozione indescrivibile. È un’esperienza che tutte le ballerine sognano di fare".
Carla Fracci non voleva fare la ballerina; l’incontro con Margot Fonteyn, direttrice della Scuola di danza del Teatro alla Scala, le cambiò la vita. Quale è stata la tua musa ispiratrice?
La passione per la danza mi ha conquistata fin da bambina; la famiglia mi ha assecondata. I miei punti di riferimento sono le ballerine dell’American Ballett Julie Kent, Gillian Murphy, Paloma Herrera.
Giselle, Il Lago dei Cigni, Romeo e Giulietta nel firmamento del Balletto Romantico sono 3 stelle di prima grandezza. Quale vorresti danzare?
"La tua domanda mi pone davanti a una scelta difficile. Li amo con la stessa intensità. Giselle è stato il primo Balletto che ho danzato con il Connecticut Ballett come ballerina del Corpo di ballo e che in un certo senso mi rappresenta. Il Lago dei Cigni mi affascina con l’interpretazione del Cigno Bianco e le sue difficili variazioni. Romeo e Giulietta, nella versione di Alessandra Ferri, esercita su di me una grande attrazione".
Martina, ti auguro buon viaggio, un grande successo e arrivederci a luglio 2018 per il decennale del "World Dance Movement".